Milano al primo posto per reati: un’analisi approfondita della sicurezza nella città

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Milano al primo posto per reati: un’analisi approfondita della sicurezza nella città - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 16 Settembre 2024 by Redazione

Il capoluogo lombardo torna a concludere il 2023 con preoccupanti statistiche riguardanti la criminalità, come riportato dal Sole24Ore. I furti e le rapine la pongono nuovamente sopra il podio delle città con il maggior numero di reati. Nonostante questa situazione, esistono diverse strategie che i cittadini possono adottare per ridurre il rischio di diventare vittime. Mario Furlan, fondatore dell’associazione City Angels, offre indicazioni e spunti utili, promuovendo anche corsi di autodifesa gratuiti per sensibilizzare la popolazione.

La crescita della criminalità a Milano: dati e tendenze

Negli ultimi anni, Milano ha visto un aumento significativo del numero di crimini, con un particolare focus su furti e rapine. Secondo i dati pubblicati, la città oggi si trova a fronteggiare un panorama complesso e preoccupante. Diverse sono le cause individuate da esperti e operatori nel settore sicurezza, che sottolineano l’esigenza di interventi mirati per affrontare in modo efficace questo fenomeno.

Uno degli aspetti più allarmanti è il crescente numero di individui armati di coltello e di gang organizzate che contraddistinguono il territorio. A complicare ulteriormente il quadro ci sono poi le problematiche legate alla salute mentale, che frequentemente sfociano in atti di violenza. L’aumento dei malati di mente pericolosi, spesso in stato di alterazione a causa di alcool o droghe, rappresenta la tipologia di situazione più temuta dai cittadini e dagli operatori sociali.

La testimonianza di Mario Furlan: istruzioni per la sicurezza personale

Mario Furlan, figura di riferimento nel campo della sicurezza, ha condiviso con l’Adnkronos alcune preziose indicazioni per prevenire situazioni di pericolo. “Evitare di essere distratti e dimostrare debolezza sono le due D da tenere sempre a mente,” afferma il fondatore dei City Angels. Dunque, è fondamentale mantenere alta l’attenzione sui propri dintorni, distinguendo potenziali minacce e attivando una strategia di allontanamento immediato in caso di comportamenti sospetti.

In aggiunta, Furlan mette in guardia contro le reazioni impulsive, suggerendo di non affrontare fisicamente un aggressore. “Il confronto può avere conseguenze gravi non solo al momento, ma anche in un secondo momento legale,” puntualizza. Per preparare i cittadini a situazioni di rischio, i City Angels, in collaborazione con il Comune di Milano e quello di Monza, stanno organizzando corsi gratuiti di autodifesa, focalizzandosi sulla prevenzione e sull’autoprotezione.

L’emergenza sociale: migranti e salute mentale a Milano

Il tema della criminalità a Milano è incontestabilmente legato anche alle questioni di integrazione e salute mentale. Furlan evidenzia che tra i delinquenti vi siano molti migranti, provenienti prevalentemente da Tunisia, Algeria, Marocco ed Egitto. Questi individui, spesso non integrati nel tessuto sociale, tendono a manifestare comportamenti problematici, specialmente in condizioni di alterazione.

A tal proposito, Furlan avanza l’ipotesi della creazione di strutture sanitarie specializzate per il trattamento di questi soggetti. In questo modo, si potrebbero affrontare alla radice le problematiche legate alla criminalità, intervenendo sui malesseri psichici che, se trascurati, possono aggravarsi e portare a reati. “Non nascono criminali, ma lo diventano per la loro condizione di salute,” chiarisce Furlan, suggerendo l’importanza di un approccio più umano e mirato.

La donna nel mirino: un problema complesso da affrontare

All’interno del dibattito sulla sicurezza si inserisce anche la questione delle donne, spesso vittime di una spirale di abuso e sfruttamento. Con il nuovo ddl Sicurezza, le madri con bambini rischiano di trovare in carcere, rendendo la loro situazione ancora più complessa. Secondo Furlan, è fondamentale non solo prevenire il crimine, ma anche proteggere queste donne da circoli viziosi di abuso.

“L’idea di una madre in carcere con un neonato è profondamente problematica,” afferma, invitando a riflessioni che vadano oltre la semplice pena. Strutture di accoglienza e protezione sarebbero essenziali per dare loro una possibilità di redenzione e per interrompere il ciclo di sfruttamento. Tuttavia, al momento tali strutture necessarie non sono ancora disponibili. La sfida di Milano è dunque quella di trovare soluzioni che uniscano sicurezza e umanità, promuovendo una vera inclusione sociale.

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