Ultimo aggiornamento il 5 Gennaio 2024 by Redazione
Omicidio di Elisabetta Cesaroni: 33 anni di mistero
Un brutale omicidio nel cuore di Roma
Sono trascorsi 33 anni da quel tragico 7 agosto 1990, quando Simonetta, una giovane donna, venne brutalmente assassinata in un edificio di via Poma nel quartiere Prati di Roma. Da allora, investigatori, magistrati e forze dell’ordine hanno cercato di scoprire l’identità dell’assassino.
Un dedalo di ipotesi e sospetti
L’omicidio di Simonetta ha generato un’infinità di ipotesi e sospetti, coinvolgendo una serie di personaggi che sono stati attentamente analizzati dagli inquirenti. Le indagini si sono concentrate sia sul suo cerchio di amicizie, incluso il suo allora fidanzato, sia sugli ambienti di lavoro della giovane donna. Nonostante mesi di indagini, il procuratore Pietro Catalani ha chiesto l’archiviazione del caso per Salvatore Volponi, il datore di lavoro di Simonetta.
Nuovi sviluppi dopo anni di stallo
Dopo anni di stallo, nel settembre 2006 sono stati analizzati i vestiti e gli accessori di Simonetta, tra cui calzini, corpetto, reggiseno e borsa. I risultati delle analisi condotte dai Ris hanno rivelato tracce di saliva dell’ex fidanzato Busco. Nel settembre 2007, Busco è stato formalmente accusato di omicidio volontario e iscritto nel registro degli indagati. Gli investigatori hanno anche confrontato l’impronta dentale di Busco con il morso riscontrato sul seno di Simonetta, confermando la corrispondenza. Il processo a carico di Busco è iniziato il 3 febbraio 2010, ma è stato segnato da un tragico colpo di scena: il 9 marzo, pochi giorni prima della sua prevista testimonianza, Pietro Vanacore si è tolto la vita, aggiungendo un ulteriore mistero a un omicidio che ha tenuto banco nella cronaca giudiziaria italiana per oltre trent’anni.
Fonte: ANSA