Misure cautelari per padre e matrigna 20enne pakistana: sventato nuovo ‘caso Saman’ a Novellara

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Misure cautelari per padre e matrigna 20enne pakistana: sventato nuovo 'caso Saman' a Novellara - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 26 Dicembre 2023 by Redazione

Denuncia e braccialetto elettronico per il padre e la matrigna: la storia di Saman Abbas

Una giovane ragazza pakistana di Novellara, nel reggiano, ha vissuto un vero e proprio incubo a causa della sua famiglia. La storia di Saman Abbas, l’18enne pakistana uccisa perché si rifiutava di accettare un matrimonio combinato, ha portato alla luce un altro caso di violenza domestica.

Saman viveva nella stessa casa con il padre, la matrigna e i fratelli nati dal secondo matrimonio del padre. La madre naturale era stata uccisa in Pakistan quando Saman era ancora una neonata. Secondo le indagini, la ragazza era completamente privata della sua libertà: non poteva uscire di casa, cercarsi un lavoro, avere contatti con il mondo esterno o proseguire gli studi, interrotti per volontà del padre.

Le minacce del padre erano costanti. “Se non ti sposi fai la fine di Saman”, le diceva. La ragazza era stata costretta a contrarre un matrimonio a distanza con un cugino, che credeva essere il figlio dello zio responsabile dell’omicidio della madre. Questo matrimonio, avvenuto nel 2021, era stato un vero trauma per Saman.

La situazione era così grave che la ragazza aveva deciso di rivolgersi agli assistenti sociali, ma la famiglia le aveva detto di non fidarsi di loro. Inoltre, il padre le aveva prospettato un viaggio in Pakistan, cosa che la spaventava molto. La ragazza temeva che questo viaggio potesse metterla in pericolo.

La vicenda è stata seguita dai servizi sociali per un certo periodo di tempo, ma è stata necessaria l’intervento dei carabinieri della stazione di Novellara per fare luce sulla situazione. Il padre, 52 anni, e la matrigna, 37 anni, entrambi di nazionalità pakistana, sono stati accusati di maltrattamenti in famiglia e il padre è stato anche accusato di costrizione o induzione al matrimonio.

La Procura di Reggio Emilia ha preso immediatamente provvedimenti, ottenendo dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima per entrambi i coniugi. Inoltre, è stata applicata loro la misura cautelare del braccialetto elettronico.

Questa triste storia mette in luce ancora una volta la gravità della violenza domestica e dei matrimoni forzati. È importante che si faccia luce su questi casi e che si prenda provvedimenti per proteggere le vittime.

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