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Misurina: l’incanto delle Dolomiti tra leggende e paesaggi mozzafiato

Un’esperienza magica nella Foresta di Somadida

Due o tre volte, quella notte, ci fu anche il vero silenzio, il solenne silenzio degli antichi boschi, non comparabile con nessun altro al mondo, e che pochissimi uomini hanno udito… A udirlo è Sebastiano Procolo, straordinario personaggio letterario de Il segreto del Bosco Vecchio di Dino Buzzati. Questa suggestione, il silenzio, si vive un passo dopo l’altro, ovattato dalla neve, nella Foresta di Somadida, Riserva Naturale Orientata di 1.676 ettari, sulla strada della Val’Ansiei che da Auronzo di Cadore (Belluno) porta a Misurina.

Nel regno delle fiabe

La passeggiata nel bosco è in piano, da farsi con le ciaspole, ma non si tratta di una semplice escursione in montagna. Un piccolo museo in legno racconta la bellezza della natura circostante e una Biblioteca del Bosco contiene libri che narrano la leggenda di Tanna, creatura fantastica dal cuore di pietra che seppellisce sotto le valanghe il dolore per la perdita del figlio.

La Foresta di Somadida nel suo cuore conserva il giardino segreto di Tanna, il bosco vetusto di Col Nero di 240 anni, una delle rarissime foreste primarie (mai antropizzate) in Italia, con pini cembri e larici antichi. La sua scoperta è merito di una donna, Paola Favero, forestale, alpinista e scrittrice insignita del Premio Internazionale “Una mimosa per l’ambiente”.

A cavallo nel bosco

La strada che sale lungo il torrente Ansiei conduce in un ambiente selvaggio, lo stesso che si ritrova più in alto nel lungo itinerario alpinistico d’alta quota al cospetto delle Marmarole, la Catena della Solitudine, uno dei gruppi montuosi meno frequentati e più belli del Cadore. L’abitato di Auronzo conserva gli antichi tabià (fienili) di fronte al Monte Agudo, comprensorio sciistico di 20 chilometri. Basta uscirne perché la natura e le storie dell’uomo s’intreccino, nei silenzi di un regno incantato di neve e ghiaccio. Non è raro, fra i rami cristallizzati come ricami bianchi, sentire lo sbuffare delle froge dei cavalli e il tonfo dei loro zoccoli che affondano nella neve, mentre avanzano lenti con i loro cavalieri. È evidente come la simbiosi uomo-cavallo regali reciproco piacere e inoltrarsi nel bosco ispiri emozioni ancestrali anche ai neofiti

Redazione

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