Montecarlo, l’eredità contesa e il caso della casa di Fini

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Montecarlo, l'eredità contesa e il caso della casa di Fini - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 30 Aprile 2024 by Giordana Bellante

Introduzione:

Nel 1999, la contessa Anna Maria Colleoni lascia in eredità ad Alleanza Nazionale, allora guidata da Gianfranco Fini, un appartamento di 45 metri quadrati a Montecarlo, vicino al casinò monegasco. Nel 2008, l’appartamento finisce nelle mani di Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna di Fini. La compravendita viene portata a termine per un prezzo irrisorio attraverso una società off-shore riconducibile a Tulliani, che dopo pochi mesi lo cede a sua sorella. Nel 2010, la campagna mediatica nota come il tormentone della ‘casa di Montecarlo’ si apre e si chiude con un’archiviazione per truffa. Nel 2015, l’appartamento viene venduto per circa un milione e 250mila euro e nel 2017, i magistrati romani riaccendono i riflettori sulla vicenda indagando su una grande evasione fiscale. Fini è stato condannato a due anni e otto mesi per aver avuto piena consapevolezza della compravendita concordata tra Corallo e i Tulliani.

Parte 1: ‘eredità contesa

Nel 1999, la contessa Anna Maria Colleoni lascia in eredità ad Alleanza Nazionale, partito allora guidato da Gianfranco Fini, il ‘delfino’ di Giorgio Almirante, un appartamento di 45 metri quadrati a Montecarlo, vicino al casinò monegasco. ‘appartamento, al boulevard Princesse Charlotte 14, diventa un punto di riferimento per il partito, che lo utilizza come pied-à-terre per i suoi esponenti.

Tuttavia, nel 2008, l’appartamento finisce nelle mani di Giancarlo Tulliani, il fratello di Elisabetta, la compagna di Fini. La compravendita viene portata a termine per un prezzo irrisorio di 300mila euro attraverso una società off-shore riconducibile a Tulliani, la Printemps, che dopo pochi mesi lo ‘cede’ a 330mila euro alla Timara, società riconducibile a sua sorella Elisabetta.

Parte 2: Il tormentone della ‘casa di Montecarlo’

La campagna mediatica nota come il tormentone della ‘casa di Montecarlo’ si apre alla fine di luglio del 2010 ed è preceduta dalla rottura, ad aprile, tra Fini – che è in disaccordo con gli attacchi alla magistratura del Pdl – e Silvio Berlusconi che lo mette fuori dal Popolo della libertà.

La Procura di Roma avvia un’inchiesta per truffa, ma una perizia immobiliare non basterà a stabilire responsabilità certe nella ‘cessione’ del bilocale. Sarà il ‘faccendiere’ pluricondannato Walter Lavitola a pubblicare su ‘Avanti, di cui era direttore, a partire da ottobre del 2010, documenti del governo di Saint Lucia, l’isola caraibica sede delle società offshore coinvolte nell’affaire di Montecarlo, che provavano che Giancarlo Tulliani era il proprietario di fatto di quelle società e dunque del bilocale più famoso d’Italia.

‘inchiesta si chiude con un’archiviazione, ma la campagna mediatica continua a tenere banco per mesi, contribuendo a minare la credibilità di Fini e del suo partito, Futuro e Libertà, che alle elezioni politiche del febbraio 2013 fa flop, non arrivando nemmeno allo 0,5%.

Parte 3: ‘indagine sulle slot e la condanna di Fini

Nel 2015, l’appartamento viene venduto per circa un milione e 250mila euro a un acquirente sconosciuto. Tuttavia, nel 2017, i magistrati romani riaccendono i riflettori sulla vicenda indagando su una grande evasione fiscale di circa 85 milioni di euro provenienti dai giochi delle slot, che sarebbe stata orchestrata dal ‘dominus’ Francesco Corallo.

La Procura ricostruisce i trasferimenti di denaro da Corallo alle società schermo dei Tulliani. Per gli inquirenti, con questi soldi, Tulliani avrebbe “saldato” il prezzo d’occasione pagato ad An per il bilocale, mentre metà dei soldi incassati rivendendolo erano finiti sui conti di Giancarlo ed Elisabetta Tulliani.

Fini è stato rinviato a giudizio con la compagna, il cognato e il suocero per aver avuto piena consapevolezza che la compravendita era stata concordata tra Corallo e i Tulliani. Questa l’accusa per la quale l’ex presidente della Camera è stato condannato a due anni e otto mesi.

La vicenda della casa di Montecarlo, tra eredità contese, affari di famiglia e indagini giudiziarie, ha tenuto banco per anni, contribuendo a minare la credibilità di Fini e del suo partito. La condanna di Fini, che ha sempre sostenuto la sua estraneità ai fatti, chiude definitivamente il caso, ma lascia aperte molte domande sul ruolo della politica e degli affari nella gestione del potere.

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