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“Naufragio Cutro: Teste rivelano che la Guardia Costiera era a conoscenza ma non presente sul posto”

Processo ai presunti scafisti del naufragio di Steccato di Cutro

Il processo ai tre presunti scafisti responsabili del naufragio del barcone carico di migranti avvenuto a Steccato di Cutro il 26 febbraio dello scorso anno è in corso presso il Tribunale di Crotone. Gli imputati, Sami Fuat, Khalid Arslan e Ishaq Hassnan, sono accusati di naufragio colposo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza di altro reato.

Durante l’udienza, due pescatori che si trovavano sulla spiaggia al momento del naufragio hanno testimoniato di essere stati tra i primi a soccorrere i migranti finiti in mare. Uno dei pescatori, Ivan Paone, ha dichiarato di aver chiamato la Guardia costiera per segnalare la presenza di una barca in difficoltà a causa del mare mosso e delle grida provenienti dall’imbarcazione. Tuttavia, ha rivelato che la Guardia costiera era già a conoscenza della situazione, ma al momento del naufragio non era ancora presente nessuno né da parte loro né da parte dei carabinieri.

Il processo è stato aggiornato al 10 aprile per consentire l’audizione di tre superstiti che si trovano ad Amburgo e che verranno ascoltati tramite videoconferenza con una rogatoria internazionale. Nel frattempo, la Procura di Crotone sta conducendo una seconda inchiesta sul naufragio, focalizzata sui presunti ritardi nei soccorsi al caicco dopo la segnalazione pervenuta da Frontex la sera precedente. Questa inchiesta coinvolge tre finanzieri e altre tre persone di cui non è stata ancora rivelata l’identità. Si prevede che l’inchiesta richiederà circa un mese per essere conclusa.

Testimonianze dei pescatori e la mancanza di soccorsi

Durante l’udienza, i pescatori Ivan Paone e un altro pescatore hanno fornito testimonianze cruciali sul naufragio. Paone ha riferito di aver chiamato la Guardia costiera alle 4.34 del mattino per segnalare la barca in difficoltà e le grida dei migranti. Tuttavia, ha scoperto che la Guardia costiera era già a conoscenza della situazione. Paone ha dichiarato: “Ho riferito che c’era una barca in difficoltà a causa del mare mosso dalla quale provenivano grida. La Guardia costiera mi ha risposto che ne erano al corrente. Però sulla spiaggia, nel momento del naufragio, c’eravamo soltanto noi“.

La mancanza di soccorsi tempestivi è stata una delle questioni chiave affrontate durante il processo. La segnalazione del naufragio era stata fatta la sera prima da Frontex, ma sembra che i soccorsi siano stati ritardati. La Procura di Crotone sta indagando su questi presunti ritardi e ha coinvolto tre finanzieri e altre tre persone nell’inchiesta. Si prevede che l’inchiesta richiederà ancora un mese per essere completata.

Prossimi sviluppi del processo e delle indagini

Il processo ai tre presunti scafisti è stato aggiornato al 10 aprile per consentire l’audizione di tre superstiti che si trovano ad Amburgo. Questi testimoni saranno ascoltati tramite videoconferenza con una rogatoria internazionale. Nel frattempo, la Procura di Crotone sta conducendo una seconda inchiesta sul naufragio, concentrandosi sui presunti ritardi nei soccorsi dopo la segnalazione di Frontex. Questa inchiesta coinvolge tre finanzieri e altre tre persone, la cui identità non è stata ancora rivelata.

Il processo e le indagini continuano a cercare la verità su questo tragico naufragio che ha causato la morte di 94 persone, tra cui 35 minori, e una decina di dispersi. La testimonianza dei pescatori e le indagini sulla mancanza di soccorsi tempestivi sono fondamentali per fare luce su quanto accaduto e per garantire che i responsabili vengano portati davanti alla giustizia.

Redazione

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