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Naufragio dello yacht Bayesian: il mistero del rapido affondamento a Porticello

Gli eventi marittimi recenti hanno sollevato notevoli interrogativi, non ultimo il naufragio dello yacht Bayesian a Porticello, che ha destato scalpore per la rapidità con cui l’imbarcazione è affondata. L’approfondimento della situazione, basato sulle dichiarazioni dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato maggiore della Marina Militare, offre spunti significativi sulle cause e sulle anomalie di questo tragico incidente.

Le cause del naufragio: le condizioni atmosferiche

Un evento atmosferico devastante

Secondo l’ammiraglio De Giorgi, uno dei fattori determinanti per il naufragio dello yacht è stata l’intensità del vento, che ha raggiunto velocità di 150 km/h. Le trombe marine, fenomeni meteorologici che si formano rapidamente e possono generare venti estremi, sono notoriamente difficili da prevedere. Esse si sviluppano sotto particolari condizioni atmosferiche, in particolare quando cumuli nembi bassi sono presenti sopra il mare, causando forti correnti verticali.

Queste condizioni rendono il mare instabile e possono sorprendere le imbarcazioni, causandone l’affondamento in tempi incredibilmente brevi. De Giorgi sottolinea che, sebbene le trombe marine siano frequenti nei mari tropicali, anche le coste italiane possono essere colpite da questo tipo di eventi meteorologici, che in genere si dissolvono avvicinandosi alla terraferma.

Le vulnerabilità della nave

Il naufragio dello yacht Bayesian poggia su analisi di vulnerabilità strutturale. De Giorgi evidenzia come l’albero della nave, alto ben 75 metri, possa aver esercitato una leva tale da inclinare l’imbarcazione fino a immergere il bordo nell’acqua. Un’altra questione da considerare è l’accessibilità dei portelli. In caso di apertura, l’acqua penetrerebbe rapidamente a bordo, determinando un’immediata immersione.

In stato di emergenza, le criticità strutturali di una nave, normalmente equipaggiata e preparata, possono diventare fatali in presenza di eventi atmosferici eccezionali. Infatti, un’imbarcazione ben chiusa e integra risulterebbe più resistente, poiché la pressione dell’acqua non dovrebbe comprometterne la stabilità.

La posizione della nave e ricostruzione dell’incidente

Distante dal porto ma non necessariamente in pericolo

Un altro aspetto discusso riguarda la posizione dello yacht al momento del naufragio. L’ammiraglio ha osservato che una distanza di 700 metri dalla costa non rappresenta un fattore di rischio significativo per una nave di 56 metri. Anzi, ciò che determina il rischio non è tanto la distanza dal porto, ma piuttosto la profondità e le caratteristiche del fondale marino.

De Giorgi esclude anche l’ipotesi che la nave possa aver urtato una secca o uno scoglio, evidenziando che un’imbarcazione affondata a 49 metri di profondità non dovrebbe trovarsi adagiata su fondali poco profondi. Quindi, tra le opzioni analizzate, la teoria di una collisione appare poco plausibile.

L’impatto del tempo sulla navigazione

Il naufragio è avvenuto in condizioni di buio, con l’imbarcazione apparentemente ferma. In tali circostanze, la visibilità è ridotta e la navigazione diventa complicata. Come chiarisce De Giorgi, l’unico modo per rilevare la formazione di una tromba marina è attraverso il radar, strumento non sempre disponibile o utilizzato in situazioni di emergenza. L’assenza di preavvisi su possibili fenomeni temporaleschi ha creato un clima di incertezza.

È possibile che la nave fosse in attesa di un miglioramento delle condizioni meteo e che un apparente temporale estivo si sia trasformato in una catastrofe inaspettata e devastante, colpendo l’imbarcazione senza preavviso.

La difficoltà di previsione dei fenomeni marittimi

La complessità della meteorologia marina

La previsione di eventi atmosferici come le trombe marine rimane una delle sfide più complicate, anche per i meteorologi esperti. De Giorgi mette in evidenza che non esiste un metodo sicuro per identificare il luogo e il momento esatti in cui si formerà un fenomeno di questo tipo. Gli indicatori meteorologici possono non fornire indicazioni sufficienti, facendo rimanere le imbarcazioni esposte a rischi elevati.

La meteorologia marina è un campo intrinsecamente complesso, dato che diversi fattori contribuiscono alla formazione di eventi estremi. La temperatura dell’acqua, la presenza di correnti e l’umidità possono influenzare drasticamente l’intensità e la velocità di sviluppo delle trombe marine, rendendo anche le tecnologie attuali incapaci di garantire una previsione precisa.

Sfide future nella sicurezza nautica

La tragica fine dello yacht Bayesian rappresenta un monito sul bisogno di migliorare le misure di sicurezza nella navigazione. La comprensione dei fenomeni meteorologici e delle loro variazioni deve essere una priorità non solo per le istituzioni competenti, ma anche per i diportisti, in modo da garantire la protezione della vita a bordo e la sicurezza delle imbarcazioni.

Il naufragio dello yacht a Porticello è un incidente che pone interrogativi sulla preparazione e sulla resilienza dei mezzi nautici in condizioni avverse, e la comunità marittima si trova ora a fronteggiare la necessità di sviluppare strategie più efficaci per la gestione e l’anticipazione degli eventi atmosferici estremi.

Luisa Pizzardi

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