Navalny, dubbi sulla morte: cuore o veleno, le ipotesi - avvisatore.it
La morte di Alexei Navalny continua a sollevare interrogativi e a generare controversie. Dopo una serie di piroette informative da parte delle autorità russe, l’ultima diagnosi approssimativa sembra indicare una “sindrome da morte improvvisa” come causa del decesso del noto dissidente avvenuto nella colonia penale in Siberia.
“Dal generico malore all’embolia, dalla trombosi alla sindrome da morte improvvisa”, si susseguono le ipotesi sulle reali circostanze che hanno portato alla morte del 47enne oppositore del regime russo. La sindrome da morte improvvisa fa riferimento a malattie cardiache che possono causare fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco, ma la verità rimane avvolta nel mistero.
La confusione e l’incertezza circondano anche la data e l’orario precisi della morte di Navalny. Sebbene l’annuncio ufficiale indichi la mattina di venerdì 16 febbraio come momento del decesso, fonti indipendenti suggeriscono che il tragico evento potrebbe essersi verificato nella notte tra giovedì e venerdì, sollevando domande sul ritardo nella comunicazione ufficiale.
La madre di Navalny e i suoi avvocati si trovano in una vera e propria via crucis alla ricerca di risposte. Le autorità sembrano sfuggire alle richieste di chiarezza, con continue menzogne e depistaggi. Ipotesi estreme, come un presunto avvelenamento iniziato nell’agosto dell’anno precedente, aggiungono ulteriore drammaticità a un quadro già complesso e controverso. Le voci che circolano parlano di un presunto piano per eliminare il dissidente, con implicazioni che coinvolgono alte cariche dello Stato russo.
In un contesto di opacità e manipolazioni, la morte di Alexei Navalny rimane avvolta nel mistero, alimentando sospetti e teorie cospirative che gettano ombre sulla verità dei fatti.
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