Ultimo aggiornamento il 15 Dicembre 2023 by Redazione
Processo alle cosche di ‘ndrangheta: soggetti pubblici ammessi come parti civili
La Presidenza del Consiglio dei ministri, alcuni ministeri e la Regione Calabria sono stati ammessi come parti civili nel processo alle cosche di ‘ndrangheta del Vibonese, denominato “Maestrale-Olimpo-Imperium”. L’udienza preliminare si sta svolgendo nell’aula bunker di Lamezia Terme.
Numerosi soggetti pubblici tra le parti civili
In totale, 284 persone sono imputate nel dibattimento, di cui 36 hanno richiesto di essere giudicate con rito abbreviato. Il Gup distrettuale di Catanzaro, Piero Agosteo, ha ammesso la costituzione di parte civile da parte dei ministeri dell’Interno, della Giustizia, della Salute e delle Infrastrutture, tutti rappresentati dall’Avvocatura dello Stato. Altri soggetti pubblici ammessi come parti civili includono l’Agenzia delle entrate, l’Inps, la Provincia di Vibo Valentia, le Prefetture di Vibo e Reggio Calabria e le Camere di commercio di Catania, Vibo e Milano. Inoltre, 27 Comuni, tra cui Catanzaro, Vibo Valentia e Tropea, si sono costituiti come parti civili nel processo.
La richiesta di Vincenzo Chindamo
Vincenzo Chindamo, fratello di Maria Chindamo, l’imprenditrice scomparsa a Limbadi nel 2016, ha ottenuto l’ammissione come parte civile nel processo. Secondo l’inchiesta Maestrale, Maria Chindamo è stata uccisa per vendetta e il suo corpo è stato dato in pasto ai maiali. La richiesta di Vincenzo Chindamo è legata al fatto che uno degli imputati nel processo è Salvatore Ascone, accusato della scomparsa e dell’omicidio dell’imprenditrice. Il Gup ha accolto la sua richiesta di essere coinvolto nel processo come parte civile.
Fonte: ANSA