Nel mirino dei carabinieri beni per 600mila euro: operazione contro il traffico illecito di rifiuti

Nel Mirino Dei Carabinieri Beni Per 600Mila Euro: Operazione Contro Il Traffico Illecito Di Rifiuti Nel Mirino Dei Carabinieri Beni Per 600Mila Euro: Operazione Contro Il Traffico Illecito Di Rifiuti
Nel mirino dei carabinieri beni per 600mila euro: operazione contro il traffico illecito di rifiuti - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 3 Luglio 2024 by Luisa Pizzardi

L’intervento delle forze dell’ordine

I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Potenza, supportati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, hanno coordinato un’operazione congiunta con i colleghi del Nucleo Operativo Ecologico di Bari e Lecce, così come con le forze dell’ordine territoriali competenti. L’intervento ha portato all’esecuzione di un’ordinanza per l’applicazione di misure cautelari e al sequestro preventivo di beni, emessi dal Gip di Potenza nei confronti di 14 soggetti sospettati di essere coinvolti in attività organizzate legate al traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale, falso in atti pubblici e frode nelle forniture pubbliche.

Le misure adottate

Il provvedimento cautelare ha imposto agli indagati l’interdizione temporanea a contrattare con la Pubblica Amministrazione e il divieto di svolgere attività imprenditoriali nel settore della gestione dei rifiuti. Al contempo, è stato disposto il sequestro di varie proprietà per un valore totale di circa 600mila euro. Le indagini hanno rivelato l’esistenza di un gruppo organizzato formato da imprenditori lucani e pugliesi, i quali, tramite un sistema illecito di gestione dei rifiuti, erano in grado di ridurre i costi aziendali derivanti dal corretto smaltimento dei rifiuti, con gravi conseguenze per l’ambiente.

Il duro colpo all’illegalità ambientale

L’azione delle forze dell’ordine ha colpito duramente un’organizzazione che operava al margine della legalità, mettendo in pericolo l’ambiente e la corretta gestione dei rifiuti. Grazie alla sinergia tra i vari reparti dei carabinieri e alla determinazione delle autorità competenti, è stato possibile smascherare un’attività criminale che danneggiava non solo l’ambiente circostante, ma minava anche la trasparenza e l’equità nell’ambito delle forniture pubbliche.

Approfondimenti

    1. Nucleo Operativo Ecologico di Potenza, Bari e Lecce: Si tratta di reparti specializzati dei Carabinieri con competenze specifiche nella lotta all’inquinamento ambientale e alla gestione illecita dei rifiuti. Questi reparti si occupano di individuare e contrastare attività illegali legate all’ambiente e al trattamento dei rifiuti, svolgendo spesso operazioni congiunte per contrastare le attività criminali.

    2. Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza: Si tratta di un’importante autorità che opera nella lotta al crimine organizzato e alla mafia nella regione di Potenza. La sua partecipazione all’operazione indica che vi erano sospetti di coinvolgimento di organizzazioni criminali nel traffico illecito di rifiuti e altre attività illegali.
    3. Gip di Potenza: Sta per Giudice per le Indagini Preliminari ed è l’autorità giudiziaria che ha emesso l’ordinanza per l’applicazione delle misure cautelari e il sequestro preventivo dei beni nei confronti dei sospettati.
    4. 600mila euro di beni sequestrati: L’importo dei beni sequestrati indica l’entità delle proprietà legate alle attività illecite svolte dal gruppo di imprenditori coinvolti nel traffico illecito di rifiuti.
    5. Imprenditori lucani e pugliesi: Si tratta dei principali soggetti coinvolti nell’organizzazione criminale smascherata dalle forze dell’ordine. Il fatto che provenissero da Lucania (Basilicata) e Puglia indica l’area geografica coinvolta nelle attività illegali.
    6. Illegalità ambientale e gestione illecita dei rifiuti: L’operazione delle forze dell’ordine ha colpito un’organizzazione che metteva a rischio l’ambiente e la corretta gestione dei rifiuti per trarne un profitto illecito. Questo tipo di attività danneggia l’ambiente circostante, compromette la salute pubblica e mina la trasparenza e l’equità nelle forniture pubbliche.

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