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Netanyahu e Hamas: l’analisi dell’accordo sugli ostaggi in Israele

La delegazione israeliana al Cairo: un negoziato limitato

Sembra che un nuovo accordo sugli ostaggi non fosse una priorità per la delegazione israeliana che ha partecipato ai negoziati al Cairo con Egitto, Usa e Qatar. Secondo il giornale Haaretz, la delegazione guidata dal capo del Mossad, David Barnea, aveva un margine di manovra limitato, poiché il primo ministro Benjamin Netanyahu non aveva dato loro il potere di condurre un vero e proprio negoziato. Netanyahu continua a insistere sul fatto che le pressioni militari alla fine porteranno a un accordo con condizioni migliori per Israele, indipendentemente dalle proteste delle famiglie degli ostaggi.

Netanyahu non crede a un accordo in questa fase

Tel Aviv ha definito inaccettabili finora le richieste avanzate da Hamas, rappresentato dal Qatar al tavolo delle trattative. Tuttavia, l’assenza nella delegazione volata al Cairo del generale Nitzan Alon, a capo dell’unità dell’esercito incaricata di raccogliere intelligence sugli ostaggi, dimostra che Netanyahu non crede molto a un accordo in questa fase.

La strategia di Netanyahu e il problema degli ostaggi

Il problema della strategia di Netanyahu è la condizione degli ostaggi stessi: 32 dei 134 rimasti a Gaza sono stati dichiarati morti dalle forze di difesa israeliane. Hamas sta cercando di esercitare pressione psicologica sull’opinione pubblica israeliana, parlando di ostaggi uccisi durante i bombardamenti israeliani. Tuttavia, a differenza del passato, non sono state identificate le presunte vittime.

I colloqui al Cairo si stanno svolgendo mentre Israele continua il suo attacco a Khan Yunis, dove ritiene che siano rimasti diversi leader di Hamas e probabilmente siano tenuti alcuni ostaggi. Si sta compiendo un grande sforzo per dare la caccia a Yahya Sinwar, che probabilmente è ancora nascosto nel labirinto di bunker e tunnel che Hamas ha scavato per il suo leader sotto la città.

Haaretz sostiene che Khan Yunis resterà il centro delle operazioni delle Idf ancora per qualche settimana. Allo stesso tempo, si sta preparando un assalto a Rafah, ma ci sono ostacoli da superare. Gli Stati Uniti hanno chiesto garanzie sull’evacuazione dei civili e Israele deve coordinare i suoi piani con l’Egitto per evitare di mettere a repentaglio l’accordo di pace tra i due Paesi.

Redazione

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