Dopo sei mesi di audizioni e pareri raccolti in Commissione, il disegno di legge sull’attuazione dell’Autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario è arrivato in aula al Senato per la discussione generale. Ieri si è tenuta la discussione e il voto sulle quattro pregiudiziali di costituzionalità avanzate da Pd, Cinque Stelle, Avs e Iv, che sono state respinte. Il voto sui testi che chiedevano di precludere l’esame del testo è passato con 71 sì, 90 no e 3 astenuti. Oggi l’esame prosegue con la discussione generale sul provvedimento e le votazioni sugli emendamenti.
Il disegno di legge Calderoli è una legge puramente procedurale che mira ad attuare la riforma del Titolo V della Costituzione, introdotta nel 2001. Questa legge definisce le procedure legislative e amministrative da seguire per raggiungere un accordo tra lo Stato e le Regioni che richiedono l’autonomia differenziata. Dopo l’approvazione del Senato, il testo dovrà passare alla Camera per l’approvazione definitiva.
Dopo un vertice di maggioranza, il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, ha dichiarato: “Puntiamo a concludere entro giovedì”. La disponibilità del ministro leghista per le Autonomie, Roberto Calderoli, ad accogliere due emendamenti proposti da Fratelli d’Italia per la riforma dell’autonomia differenziata, sembra indicare che la strada potrebbe essere in discesa. Il governo ha annunciato che darà parere favorevole alle due proposte di modifica. Tuttavia, il ministro non ha fornito indicazioni sui tempi del voto finale della riforma.
Fratelli d’Italia ha presentato due emendamenti “chirurgici” dopo il rifiuto di Calderoli riguardo a un articolo che è importante per il partito di Meloni e Tajani, sensibili alle problematiche sollevate dalle Regioni del Sud. In particolare, Fratelli d’Italia chiede garanzie sui Livelli essenziali di prestazione (Lep). Gli emendamenti proposti da FdI sono gli unici nel centrodestra, a differenza delle oltre 300 proposte avanzate dalle opposizioni. Uno degli emendamenti mira ad aumentare i fondi per coprire eventuali maggiori oneri legati all’attuazione dei Lep anche per le Regioni che non hanno richiesto l’autonomia differenziata. L’altro emendamento, proposto dal senatore Marco Lisei, sarà riformulato per una questione tecnica. In questo caso, il tema riguarda le pre-intese che il governo ha già stipulato con le regioni su varie materie: queste dovrebbero essere mantenute, a condizione che non vi siano disparità tra i territori. Nel frattempo, le opposizioni si stanno preparando per la battaglia in aula.
Grazie al contingentamento dei tempi, il centrodestra spera di trovare un accordo e approvare il disegno di legge, che è sostenuto dalla Lega. Al contrario, le opposizioni cercheranno di prolungare i tempi di esame, rallentando ulteriormente il processo, considerando che la settimana successiva saranno discussi altri decreti in Senato. Tuttavia, l’approvazione in questa settimana agevolerebbe l’esame del premierato, che è importante per Meloni e che ha iniziato la discussione generale in Commissione Affari costituzionali il 16 gennaio al Senato.
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