Ultimo aggiornamento il 4 Giugno 2024 by Luisa Pizzardi
Contesto: Un’indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma ha portato all’arresto di Marcello Colafigli, storico esponente della Banda della Magliana, per il suo presunto coinvolgimento in un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti. ‘operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, ha comportato l’emissione di 28 misure cautelari.
‘indagine e l’arresto di Marcello Colafigli
Titolo: Maxi operazione contro il traffico di droga: 28 misure cautelari
Sottotitolo: ‘indagine dei carabinieri porta all’arresto di Marcello Colafigli, ex leader della Banda della Magliana
Un’indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma ha portato all’arresto di Marcello Colafigli, noto anche come ‘Marcellone’, uno dei promotori della Banda della Magliana, la famigerata organizzazione criminale che ha terrorizzato la capitale negli anni ’70 e ’80. ‘operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, è scattata all’alba nelle province di Roma, Napoli, Foggia e Viterbo.
In totale, sono state emesse 28 misure cautelari, di cui 11 in carcere, 16 ai domiciliari e un obbligo di firma. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, tentata rapina in concorso, tentata estorsione in concorso, ricettazione e possesso illegale di armi, procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale. Per l’operazione sono stati impiegati 150 militari dell’Arma territoriale, equipaggi di supporto, nuclei cinofili ed elicotteristi.
Secondo gli inquirenti, Colafigli, nonostante fosse sottoposto al regime di semilibertà, avrebbe continuato a mantenere rapporti con esponenti della ‘ndrangheta, della **camorra, della mafia foggiana e anche con un gruppo di albanesi inseriti in un importante cartello di narcos colombiano. La base logistica del sodalizio criminale era nella capitale, con attività operative nell’area della Magliana e sul litorale laziale.
‘indagine, avviata quattro anni fa, ha accertato l’esistenza di questo sodalizio criminale, guidato proprio da Colafigli, nonostante la sua lunga storia di condanne, tra cui diversi ergastoli per reati come il sequestro e l’omicidio del duca Massimo Grazioli Lante della Rovere e l’omicidio, come mandante, di Enrico De Pedis.
Il regime di semilibertà e i piani di fuga di Marcello Colafigli
Titolo: Il regime di semilibertà di Colafigli: tra incontri con sodali e piani di fuga
Sottotitolo: La compiacenza di una responsabile di una cooperativa agricola permette a Colafigli di pianificare il traffico di droga e la fuga all’estero
Nonostante il regime di semilibertà, Colafigli avrebbe sfruttato la compiacenza della responsabile di una cooperativa agricola, dove avrebbe dovuto svolgere l’attività lavorativa prevista dal regime, per allontanarsi a suo piacimento e incontrare i propri sodali all’interno della cooperativa. In questo modo, avrebbe pianificato un rilevante numero di importazioni di cocaina ed hashish.
Inoltre, sempre secondo le indagini, Colafigli avrebbe programmato la fuga all’estero in un “prossimo futuro”, utilizzando i proventi dei suoi loschi affari e documenti falsi. Anche la responsabile della cooperativa è stata colpita da una misura cautelare per la sua presunta complicità.
Nell’ordinanza del gip, Colafigli viene descritto come una persona con un’eccezionale attitudine criminale, disinvolto nel mantenere legami con figure criminali di primo piano e impermeabile al trentennale periodo di carcerazione, che non ha modificato né la sua indole né la sua conoscenza delle dinamiche criminali nel territorio romano e nazionale. In una conversazione intercettata, l’autista e guardaspalle di Colafigli lo descriveva come una “bomba atomica”, una “figura troppo importante”.
‘arresto di Marcello Colafigli rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il traffico di droga e il crimine organizzato, dimostrando come anche figure storiche del crimine non siano al di sopra della legge. ‘indagine e l’operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coordinati dalla DDA della Procura, continuano per smantellare completamente il sodalizio criminale e assicurare alla giustizia tutti i suoi membri.