Nuovo regolamento sull’inquinamento elettromagnetico: il dibattito in Campidoglio si intensifica

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Nuovo regolamento sull'inquinamento elettromagnetico: il dibattito in Campidoglio si intensifica - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 27 Settembre 2024 by Redazione

Il Campidoglio sta affrontando la revisione di un regolamento sull’inquinamento elettromagnetico, particolarmente attuale in un periodo in cui la tecnologia 5G sta guadagnando terreno. La nuova delibera si occupa della “localizzazione, installazione e modifica degli impianti di telefonia mobile” e si è trovata in attesa all’ordine del giorno dell’Aula Giulio Cesare per un tempo significativo. Questo articolo analizza i cambiamenti proposti e le reazioni dei cittadini, in attesa di un’approvazione che potrebbe modificare radicalmente il panorama urbano.

I livelli elettromagnetici triplicati: cosa cambia?

L’esigenza di un aggiornamento normativo

L’attuale regolamento sull’inquinamento elettromagnetico risale al 2015 e necessita di un aggiornamento urgente in considerazione dell’evoluzione della tecnologia e della giurisprudenza nel campo. L’amministrazione comunale, sotto il governo Meloni, ha preso l’iniziativa di rivedere i limiti relativi ai livelli elettromagnetici, decidendo di triplicare i valori consentiti. Nello specifico, con l’entrata in vigore della legge sulla Concorrenza, i limiti previsti sono passati da 6 volt/metro a 15 volt/metro, una modifica di notevole portata che ha destato non poche preoccupazioni tra i cittadini.

La questione della pianificazione

La revisione del regolamento comporta anche una riorganizzazione dell’installazione di nuove antenne, le quali si andranno ad aggiungere alle già presenti stazioni radio base. Le amministrazioni comunali si trovano ora a dover gestire questa crescita con strumenti e informazioni spesso carenti. In particolare, risulta problematica l’assenza di un censimento preciso delle attuali installazioni, il che rende difficile prevedere quante e quali richieste di installazione arriveranno nei prossimi mesi.

L’incertezza sull’approvazione del piano di localizzazione

Il ruolo dei cittadini e delle forze politiche

Nel corso delle discussioni avvenute in Aula, diversi cittadini si sono mobilitati per seguire da vicino le trattative e far sentire le proprie preoccupazioni. Rappresentanti dei comitati “no all’antenna 5G in via Orti di Galba” e “no antenne a San Saba” hanno denunciato l’indisponibilità di alcuni gruppi politici, anche tra quelli della maggioranza, a votare a favore di emendamenti che avrebbero limitato le installazioni e migliorato la pianificazione. In particolare, si è prestata attenzione alla modifica proposta da Alleanza Verdi Sinistra, che avrebbe introdotto un “piano territoriale di localizzazione”.

Le paure dei comitati

Le critiche mosse dai cittadini si concentrano sulla necessità di una legislazione più rigorosa e pianificata. Diverse associazioni sostengono che un regolamento senza un piano di localizzazione efficace risulterebbe inefficace e pericoloso, aprendo la porta a una diffusione incontrollata delle antenne sul territorio. Tale assenza di disciplina potrebbe condurre a un fenomeno che è stato definito come “antenna selvaggia”, dove le installazioni vengono eseguite senza alcun criterio di sicurezza e normativa.

Siti sensibili e necessità di programmazione

Cosa prevede il nuovo regolamento?

La questione dell’installazione delle antenne non riguarda solamente la loro quantità, ma tocca anche tematiche più delicate come la protezione dei siti sensibili. Infatti, l’attuale regolamento non permette più di garantire adeguate distanze di sicurezza attorno a scuole, ospedali, centri per anziani, e altri luoghi pubblici dove la presenza elettromagnetica potrebbe rappresentare un rischio. Le normative precedenti fissavano un limite di 100 metri, mantenendo un margine di sicurezza che ora viene messo in discussione.

Le preoccupazioni del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha tracciato un quadro critico, affermando che un’implementazione rigida di tali limiti rappresenterebbe un “elemento di limitazione generalizzata”, contravvenendo l’interesse nazionale di garantire un servizio di telefonia efficiente. Inoltre, sottolinea l’importanza di uno studio e di una programmazione temporale che possa garantire un equilibrio tra la necessità di copertura e l’emergente necessità di protezione sanitaria e ambientale. I cittadini e i gruppi attivi si aspettano quindi delle modifiche che favoriscano un approccio più sostenibile e responsabile nella gestione degli impianti di telefonia mobile.

Un cambiamento normativo è quindi atteso e necessario, mentre il Campidoglio si prepara a rilasciare una nuova delibera per affrontare criticità e necessità di cittadini e istituzioni.

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