Occupazione di Palazzo Nuovo a Torino: Studenti in Solidarietà con la Palestina

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Occupazione di Palazzo Nuovo a Torino: Studenti in Solidarietà con la Palestina - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 13 Maggio 2024 by Luisa Pizzardi

Contesto: Un gruppo di studenti a Torino ha occupato Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, per esprimere la loro solidarietà con la Palestina. Questa protesta fa parte di una più ampia ondata di attivismo studentesco in Italia e nel mondo, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione in corso in Medio Oriente.

‘Occupazione di Palazzo Nuovo

Un gruppo di studenti, composto da alcune decine di persone, si è accampato davanti all’ingresso di Palazzo Nuovo a Torino, esponendo bandiere palestinesi e uno striscione con la scritta “Student intifada, all eyes on Rafah stop guerre e genocidio“. ‘occupazione è stata organizzata da diversi collettivi studenteschi, tra cui Cambiare rotta, Collettivo autonomo universitario e Progetto Palestina.

manifestanti hanno acceso dei fumogeni colorati per attirare l’attenzione sulla loro protesta. Una delegazione di studenti è poi entrata in alcune aule dell’edificio per spiegare al microfono le ragioni della loro azione. Le lezioni sono state interrotte per qualche minuto, ma sono poi riprese regolarmente.

Le Ragioni della Protesta

Gli studenti che hanno occupato Palazzo Nuovo a Torino hanno spiegato che la loro azione è stata motivata da una serie di fattori. In primo luogo, vogliono esprimere la loro solidarietà con il popolo palestinese, che da anni vive in una situazione di conflitto e di occupazione militare israeliana.

In secondo luogo, gli studenti sono preoccupati per la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni italiane e dei media mainstream sulla situazione in corso in Medio Oriente. In particolare, ritengono che la narrativa dominante sulla “difesa di Israele” sia fuorviante e non tenga conto della sofferenza e dei diritti umani violati del popolo palestinese.

Infine, gli studenti vogliono denunciare il coinvolgimento di alcune aziende italiane nella produzione di armi e di altri strumenti bellici utilizzati da Israele contro la Palestina. In particolare, chiedono che l’Università di Torino e altre istituzioni accademiche italiane interrompano ogni collaborazione con queste aziende, come segno di solidarietà con la Palestina e di impegno per la pace e la giustizia sociale.

La protesta a Torino fa parte di una più ampia ondata di attivismo studentesco in Italia e nel mondo, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione in corso in Medio Oriente e a chiedere ai governi e alle istituzioni internazionali di adottare misure concrete per la protezione dei diritti umani del popolo palestinese. Gli studenti di Torino e di altre città italiane continuano a mobilitarsi e a organizzare azioni di protesta, per dimostrare che il movimento per la giustizia e la pace in Medio Oriente è vivo e attivo, anche nelle aule universitarie.

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