Ultimo aggiornamento il 6 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
L’epidemia virale della Blue tongue, nota anche come febbre catarrale degli ovini, continua a destare preoccupazione tra gli allevatori piemontesi. Questo virus, trasmesso dalla zanzara Culicoide, colpisce in particolare ovini e caprini, determinando significativi danni economici e sanitari. Il vertice convocato dalla Regione Piemonte ha come obiettivo principale quello di definire le misure immediate per contenere e prevenire la diffusione della malattia, in un contesto che coinvolge oltre 160.000 animali distribuiti in 5.300 allevamenti.
Il problema della Blue tongue in Piemonte
Cosa è la Blue tongue e come si diffonde
La Blue tongue è una malattia virale che colpisce principalmente gli ovini, ma può avere effetti anche su bovini e caprini. Trasportata dalla zanzara Culicoide, questa patologia è arrivata in Piemonte circa sei mesi fa, proveniente dalla Francia. La presenza di nuovi ceppi virali allarmanti in Francia aumenta il rischio di contagio per gli animali italiani, creando un panorama preoccupante per il settore degli allevamenti. In Piemonte, infatti, si stima che ci siano 56.000 caprini e 105.000 ovini, il che rende la situazione ancora più complessa.
Impatto sull’allevamento e sulle economie locali
La Blue tongue non solo minaccia la salute degli animali, ma ha anche gravi ripercussioni economiche per molti allevatori locali. I costi di trattamento e prevenzione, insieme all’eventuale abbattimento degli animali infetti, possono sommarsi rapidamente, mettendo a repentaglio la sostenibilità finanziaria degli allevamenti. Con oltre 5.300 strutture in Piemonte, è evidente che le conseguenze si estendono anche all’economia rurale della regione, richiedendo un intervento tempestivo e coordinato.
Le misure adottate e gli interventi futuri
Strategia per la vaccinazione
Durante il vertice, le autorità regionali hanno concordato l’urgenza di implementare misure di intervento mirate per limitare la diffusione del virus. Sale così l’importanza di una strategia di vaccinazione efficace, con una pianificazione di inoculazioni da attuarsi nei prossimi mesi. L’Istituto Zooprofilattico piemontese è già al lavoro per analizzare i nuovi ceppi virali e sviluppare un vaccino efficace da somministrare nel medio-lungo termine. Una risposta tempestiva è cruciale per evitare che la malattia possa diffondersi ulteriormente, colpendo altri animali e aggravando la situazione.
Collaborazione tra regioni e con il governo
L’assessore regionale Paolo Bongioanni ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le diverse regioni italiane. Dopo aver affermato l’intenzione di contattare il suo omologo in Sardegna per ottenere un congruo numero di dosi di vaccino, ha anche richiesto il supporto del ministero dell’Agricoltura e del ministero della Salute, per garantire un intervento efficace a livello nazionale e la possibilità di acquisire almeno 20.000 dosi di vaccino. È fondamentale che le istituzioni lavorino insieme per gestire l’emergenza, stabilendo un piano d’azione coerente e incisivo.
Coinvolgimento delle autorità sanitarie
La posizione dell’assessorato alla sanità
Federico Riboldi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte, ha dichiarato la disponibilità del suo assessorato a contribuire finanziariamente alla campagna di vaccinazione. Tuttavia, ha evidenziato la necessità di una valutazione legale riguardante l’impegno di risorse pubbliche per questo tipo di interventi, considerando che finora solo la Sardegna, come regione a statuto speciale, ha intrapreso un percorso simile. Questo aspetto giuridico è cruciale per garantire una risposta coordinata ed efficace.
L’importanza della prevenzione
Il vertice ha quindi messo in luce un aspetto fondamentale: la prevenzione è la chiave per contenere la Blue tongue e proteggere il patrimonio zootecnico piemontese. Garantire l’immunizzazione degli animali, intensificando la sorveglianza e attuando piani di emergenza, rappresenta un passo necessario per difendere gli allevamenti da una crisi che si preannuncia potenzialmente devastante. La salute degli ovini e dei caprini è essenziale non solo per l’economia dei singoli allevatori, ma per l’intero comparto agricolo del Piemonte.
Con un impegno collettivo e una strategia coordinata, si potrà contrastare l’espansione del virus e salvaguardare una risorsa fondamentale per la regione.