Omicidi Linsalata e Tateo: Cassazione conferma carcere per Giampaolo Amato, respinte le argomentazioni della difesa - Occhioche.it
La Corte di Cassazione ha recentemente respinto il ricorso presentato dalla difesa di Giampaolo Amato, oftalmologo ed ex medico della Virtus Pallacanestro, attualmente detenuto per l’omicidio della moglie Isabella Linsalata e della suocera Giulia Tateo. ‘articolo si concentra sulle argomentazioni della difesa e sulla decisione della Cassazione di mantenere la misura cautelare del carcere.
La difesa di Amato e le argomentazioni respinte
Giampaolo Amato, 64enne oftalmologo ed ex medico della Virtus Pallacanestro, è attualmente detenuto per l’omicidio della moglie Isabella Linsalata e della suocera Giulia Tateo. suoi avvocati, Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna, avevano presentato un ricorso alla Corte di Cassazione contro l’ordinanza di custodia in carcere emessa il 28 ottobre dal Gip per il secondo omicidio. In precedenza, sia il Tribunale del Riesame che la Cassazione avevano già confermato la misura cautelare per l’omicidio della moglie.
La difesa di Amato aveva evidenziato l’assenza di motivazione da parte del giudice sulla sussistenza di esigenze cautelari e aveva sottolineato come fossero stati trascurati elementi di indagine che dimostravano l’assenza di violenza psicologica o fisica da parte di Amato nei confronti dell’altra donna con cui aveva una relazione extraconiugale. Secondo la difesa, questi elementi avrebbero dimostrato l’assenza di un rischio di reiterazione del reato.
La decisione della Cassazione
Tuttavia, la Cassazione ha rigettato il ricorso dei difensori di Amato, stabilendo che il giudizio sulle esigenze cautelari è fondato su molteplici elementi, tra cui il movente economico, la gravità dei fatti, la reiterazione dei delitti, la personalità dell’autore dei medesimi e la sua lucida capacità organizzativa di efferati delitti. La Corte ha inoltre sottolineato la cinica e spregiudicata capacità criminale di Amato, non altrimenti contenibili se non con la massima misura cautelare.
La decisione della Cassazione è stata presa a prescindere dal movente sentimentale, che la difesa aveva cercato di utilizzare per dimostrare l’assenza di un rischio di reiterazione del reato. Secondo la Corte, la gravità dei fatti e la personalità di Amato giustificano pienamente la misura cautelare del carcere.
Il processo contro Amato è attualmente in corso davanti alla Corte di Assise, con l’accusa rappresentata dal procuratore aggiunto di Bologna Morena Plazzi e dal pm Domenico Ambrosino. La prossima udienza in assise è prevista per il 18 giugno, quando è previsto l’esame dell’imputato.
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