Omicidio a Terno d'Isola: Moussa Sangare confessa e la comunità chiede giustizia per Sharon Verzeni - Occhioche.it
Un tragico evento ha scosso la cittadina di Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, durante la notte tra il 29 e il 30 luglio 2023. L’omicidio della barista 33enne, Sharon Verzeni, ha acceso un dibattito pubblico su tematiche di violenza di genere e premeditazione. Moussa Sangare, il 31enne accusato del crimine, ha fornito dettagli agghiaccianti nelle sue dichiarazioni agli inquirenti, suscitando preoccupazione e indignazione nella comunità.
Nelle prime ore della tragedia, subito prima dell’attacco, Sangare si sarebbe rivolto a Sharon dicendole: “Scusa per quello che sta per succedere.” Questo inquietante preambolo ha lasciato molti increduli e sconvolti dalla violenza inaspettata dell’azione. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’omicida ha inferto una coltellata al petto di Verzeni, seguita da tre colpi alla schiena. Queste informazioni sono emerse nel corso delle indagini condotte dalla Procura di Bergamo, che ha già richiesto la convalida del fermo dell’imputato per omicidio premeditato e determinato da motivi futili.
In un interrogatorio fissato nel carcere di Bergamo, Sangare potrebbe ripetere la sua versione dei fatti, ampliando così il quadro delle sue motivazioni e delle sue intenzioni. Le parole pronunciate da Sharon, “Perché, perché, perché?”, sono rimaste impresse nella memoria di chi ha appreso dell’omicidio, accentuando il senso di impotenza e confusione che circonda l’episodio.
Il pm Emanuele Marchisio, insieme alla procuratrice facente funzioni Maria Cristina Rota, hanno avviato le indagini per stabilire le esatte circostanze dell’accaduto. La dinamica dell’omicidio e le possibili motivazioni che hanno spinto Sangare a compiere un gesto tanto estremo sono ora sotto esame. Le autorità fanno appello alla popolazione affinché eventuali testimoni si facciano avanti per contribuire a fare chiarezza sugli eventi di quella notte.
Luigi Scudieri, legale della famiglia di Sharon Verzeni, ha espresso la sua contrarietà a parlare di “raptus” o “scatto d’ira” in merito all’omicidio. Nella sua nota, ha sottolineato come Sangare fosse uscito dalla propria abitazione di Suisio con ben quattro coltelli e che avesse minacciato altre due persone prima di compiere l’omicidio. Queste informazioni pongono seri interrogativi riguardo all’assenza di premeditazione, rafforzando l’ipotesi di un atto pianificato piuttosto che impulsivo.
L’avvocato ha rivolto un appello ai due ragazzi che sarebbero stati minacciati dal 31enne, sollecitandoli a farsi avanti per fornire la loro versione dei fatti. La loro testimonianza potrebbe risultare cruciale nell’incrinare la difesa dell’imputato e delineare chiaramente la condotta violenta di Sangare.
Un altro punto che ha destato interesse nel dibattito è stato il riferimento alla salute mentale di Moussa Sangare, suggerito dal legale della difesa. Scudieri ha espresso meraviglia riguardo ai commenti su una “verosimile incapacità”, dichiarando che tali affermazioni sono premature e necessiterebbero di un’accurata analisi dei fatti. La discussione sulla salute mentale del reo confesso continua a sollevare interrogativi e perplessità nella comunità, alimentando il dibattito su come sia possibile che si sia arrivati a un gesto così estremo.
Dopo il tragico evento, Terno d’Isola è tornato lentamente alla normalità, ma il segno lasciato dall’omicidio di Sharon è indelebile. Nella via Castegnate, dove si è consumata la tragedia, diversi mazzi di fiori e messaggi di cordoglio sono stati collocati in onore della vittima. La comunità si è unita per commemorare Sharon, e un cartello con la scritta “Giustizia è fatta” è stato affisso, esprimendo il desiderio di ottenere risposte e giustizia per questo gesto inconsulto.
La presenza di Sergio Ruocco, compagno di Sharon, è stata segnalata da testimoni, che hanno riferito della sua visita al luogo del delitto con un grande mazzo di rose bianche. I fiori diventano così un simbolo di memoria e speranza, non solo per l’amore perso, ma anche per la richiesta di una società più giusta e protettiva verso le donne.
Il dolore per la perdita di Sharon ha evidenziato la necessità di riflessioni sulla violenza di genere e sul ruolo della società nel prevenire tali atti. Molti cittadini, insieme alla famiglia di Sharon, esprimono l’auspicio che la sua morte non sia stata vana e possano attivarsi percorsi di consapevolezza e cambiamento. La comunità di Terno d’Isola si stringe non solo attorno alla memoria di Sharon, ma anche per un impegno collettivo nella lotta contro la violenza, per il rispetto e la dignità di ogni individuo.
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