Ultimo aggiornamento il 30 Agosto 2024 by Redazione
La tragica morte di Sharon Verzeni, barista 33enne, ha scosso la comunità di Terno d’Isola nel Bergamasco. Un caso complesso che si è dipanato in un mese di indagini e rivelazioni. Le cronache raccontano una serie di vicende drammatiche che hanno portato all’arresto dell’assassino, svelando lentamente il mistero legato a quello che inizialmente sembrava un omicidio senza colpevole.
L’aggressione in strada: i dettagli di una notte drammatica
Nella notte tra il 29 e il 30 luglio, Sharon Verzeni viene aggredita in strada a Terno d’Isola in un episodio violento e inspiegabile. Poco dopo la mezzanotte, la donna, mentre si dirigeva verso casa, viene colpita da un assalto che si rivelerà fatale. I colpi inferti all’addome, al torace e alle spalle colpiscono profondamente, ma sorprendentemente il suo cellulare rimane intatto. Preoccupante è il fatto che non portasse con sé il portafoglio, sollevando interrogativi ulteriori sulla natura dell’attacco.
Dopo l’aggressione, Sharon riesce a contattare i soccorsi, chiamando il numero d’emergenza 112. In un momento di grande difficoltà, riesce a comunicare all’operatore che era stata accoltellata, ma non fornisce dettagli sull’aggressore. Nonostante un tempestivo intervento di passanti e soccorritori, le gravissime ferite procurate non lasciano scampo: la donna perde la vita poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso dell’ospedale di Bergamo. Un dramma che lascia la comunità attonita e priva di risposte immediate, dato che l’arma del delitto rimane irrintracciata.
La testimonianza del fidanzato e le indagini avviate
Sergio Ruocco, il fidanzato di Sharon, risulta immediatamente coinvolto nelle indagini. Presente nella loro abitazione, situata a meno di 700 metri dal luogo dell’omicidio, rivela di essere andato a dormire esausto, dato che di solito accompagnava Sharon. I carabinieri, dopo averlo svegliato, lo interrogano a lungo. Ruocco è chiamato per ulteriori audizioni e partecipa a due sopralluoghi nell’appartamento che, a seguito dell’accaduto, viene posto sotto sequestro per approfondimenti. Le indagini non fanno emergere prove che lo possano compromettere, e così l’attenzione degli inquirenti si sposta su altri elementi cruciali per comprendere l’accaduto.
L’analisi delle telecamere e il mistero del ciclista
La polizia investiga ampiamente sull’accaduto, esaminando numerosi filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. I carabinieri del Raggruppamento operativo speciale, il Ros, sono impegnati in un’analisi meticolosa delle immagini, da cui spicca un soggetto in bicicletta che si muove contromano sulla strada teatro del delitto. Tuttavia, l’identità di quest’uomo rimane un mistero fino a data recente, aggiungendo ulteriore intrigo al caso. Gli investigatori continuano a lavorare assiduamente per cercare testimoni e possibili indizi che possano offrire una piega più chiara all’oscuro enigma.
Le analisi del DNA e le scoperte sul passato di Sharon
In un tentativo di trovare un collegamento tra il delitto e possibili sospetti, i vestiti di Sharon e campioni di materiale biologico vengono analizzati dai carabinieri del Ris. Si svolgono test su circa quaranta diversi campioni di DNA prelevati tra gli abitanti di Terno d’Isola. La speranza degli investigatori è di trovare tracce genetiche che possano identificare l’aggressore, ma gli sviluppi sono lenti e faticosi. Parallelamente, emerge che Sharon ha effettuato versamenti a Scientology, un fatto che inizialmente attira l’attenzione degli inquirenti, ma successivamente si dimostra irrilevante per il caso.
La cattura del sospetto: un colpo di scena nelle indagini
Il 30 agosto, a un mese dall’omicidio, le indagini subiscono una significativa accelerazione: i carabinieri arrestano Moussa Sangare, un uomo di 31 anni di origini africane, identificato come l’uomo in bicicletta colto dalle telecamere la notte dell’aggressione. Durante l’interrogatorio, Sangare fa delle rivelazioni choc, evidenziando come abbia agito in un impulso improvviso e senza spiegazione. Prima dell’omicidio, sembra che Sangare avesse minacciato due giovani ragazzi con lo stesso coltello utilizzato per uccidere Sharon. Nella sua abitazione vengono rinvenute prove cruciali e l’uomo indica il luogo dove si nascondeva l’arma del delitto, segnando un punto di svolta nella tragicomica vicenda di Sharon Verzeni.
Confermando l’elemento di sorpresa nelle indagini, la comunità di Terno d’Isola continua a cercare risposte, segnata profondamente da un’assenza che difficilmente può essere colmata.