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Operazione antidroga a Milano: 21 arresti per spaccio di cocaina, hashish e ossicodone

Indagine a San Siro: Ossicodone nel Mercato dello Spaccio

Nel quartiere San Siro di Milano, non solo cocaina e hashish, ma anche ossicodone hanno fatto parte del mercato dello spaccio, come rivela un’indagine condotta dalla procura milanese. Ieri sono state eseguite ordinanze di custodia cautelare per 21 persone, di cui 3 italiani e il resto egiziani, accusate di far parte di due associazioni dedite allo spaccio nella zona ovest della città. Le indagini, della durata di un mese e mezzo, hanno portato a galla un’organizzazione ben strutturata, con ruoli definiti e tariffe precise per i pusher. I “cavallini” guadagnavano dai 60 ai 100 euro al giorno, a seconda del turno lavorativo. Durante gli arresti, in piazza Selinunte, si è assistito a segnali acustici come fischi, urla e canzoni, utilizzati come segnali dai complici.

  • 21 persone coinvolte

  • Ruoli e tariffe ben definiti

  • Utilizzo di segnali acustici durante gli arresti

«I due gruppi criminali, pur non essendo legati tra loro, avevano un identico modus operandi».

Modus Operandi dei Gruppi Criminali a San Siro

I due gruppi coinvolti nello spaccio di droga a San Siro agivano per tutta la giornata, soddisfacendo la richiesta di almeno 50 clienti al giorno. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dal pm milanese Rosario Ferracane e dal commissariato Bonola, i due sodalizi avevano un approccio simile nel delegare le consegne delle sostanze a “galoppini” retribuiti giornalmente con somme tra i 60 e i 100 euro, a seconda dell’incarico e dell’orario di lavoro. L’obiettivo principale era evitare di esporsi direttamente e di maneggiare la droga, mantenendo un profilo basso.

  • Attività svolte per tutta la giornata

  • Delega delle consegne a “galoppini”

  • Obiettivo di non esporsi direttamente

«I due gruppi criminali avevano un identico modus operandi, delegando le consegne delle sostanze a “galoppini” retribuiti giornalmente».

Basi Logistiche e Organizzazione Criminale

Il gruppo guidato da Said Shaad, 28enne egiziano, aveva come base logistica un appartamento in via Tracia, mentre l’altro gruppo, gestito dai fratelli Bakhit, egiziani di 37 e 43 anni, si appoggiava a un bar in piazza Monte Falterona. Nonostante non ci fosse un legame diretto tra i due gruppi, entrambi operavano con lo stesso approccio, cercando di minimizzare il rischio e di mantenere un’organizzazione efficiente per soddisfare la domanda di droga nella zona di San Siro.

  • Basi logistiche diverse per i due gruppi

  • Organizzazione efficiente nonostante l’assenza di legami diretti

  • Approccio comune per minimizzare il rischio

«L’obiettivo era quello di non esporsi mai ed evitare per quanto possibile di maneggiare lo stupefacente».

Redazione

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