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Palazzina Laf: la vera storia di ingiustizia sociale e ambientale nella Taranto dell’Ilva

Introduzione:
“Palazzina Laf”, esordio alla regia di *Michele Riondino, porta in prima visione stasera su Sky Cinema 1 una storia forte e vera, ambientata nella Taranto dell’Ilva. Il film, candidato a 5 David di Donatello, mette in luce la stretta connessione tra giustizia sociale e ambientale, evidenziando come l’una non possa esistere senza l’altra.

La trama: il ricatto e la punizione nel mondo dell’Ilva
Nel 1997, Caterino Lamanna è un operaio dell’Ilva di Taranto che sogna una vita migliore con la sua giovane fidanzata. Quando i vertici aziendali lo utilizzano come spia per individuare i lavoratori da licenziare, Caterino inizia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi solo per trovare motivi per denunciarli. Ben presto, chiede di essere trasferito alla Palazzina Laf, un luogo che sembra un paradiso ma che in realtà nasconde una perversa strategia per piegare psicologicamente i lavoratori più scomodi.

Il cast e la produzione del film
Il cast di “Palazzina Laf” vede la partecipazione di Elio Germano nel ruolo del cinico dirigente Giancarlo Basile, Vanessa Scalera, Anna Ferruzzo e Paolo Pierobon. Il film è stato scritto da Michele Riondino, che ha lavorato alla sceneggiatura per 7 anni prima di riuscire a realizzarlo. La pellicola è un omaggio all’opera di Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore scomparso durante la stesura della sceneggiatura, dal cui libro “Fumo sulla città” è tratto il film.

Le location e l’impatto della storia su Taranto
“Palazzina Laf” è intrinsecamente legato alla città di Taranto, e fin dalle prime scene è possibile riconoscere il quartiere Tamburi e la Parrocchia Gesù Divino Lavoratore. Alcuni ambienti, come l’ingresso dell’acciaieria, la cokeria e la stessa Palazzina Laf, sono stati ricreati all’interno dello stabilimento siderurgico ex Lucchini di Piombino, in Toscana. La storia raccontata nel film mette in evidenza le problematiche legate all’inquinamento e alla salute dei lavoratori, che ancora oggi affliggono Taranto e la sua popolazione.

“Palazzina Laf” si propone come un affresco sociale che denuncia le ingiustizie subite dai lavoratori e dall’intera città di Taranto, sacrificata sull’altare del capitale e del profitto. Attraverso la storia di Caterino e dei suoi colleghi, “Palazzina Laf” mette in luce le conseguenze del disinteresse di chi, negli anni ’90, ha permesso che l’Ilva continuasse a operare senza tener conto delle ripercussioni ambientali e sociali.

Francesca Monti

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