Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2024 by Giordana Bellante
Le Paralimpiadi di Parigi 2024 hanno conferito un’emozione senza pari alle competizioni del 2 settembre, con la Nazionale di Atletica impegnata in nuove sfide dopo il trionfo di Rigivan Ganeshamoorthy nel lancio del disco. Queste poche righe riassumono un evento ricco di adrenalina e speranza, evidenziando i successi e le difficoltà degli atleti italiani.
Il trionfo di Rigivan Ganeshamoorthy
La mattina del 2 settembre ha visto il trionfo di Rigivan Ganeshamoorthy, atleta del X Municipio di Ostia, che ha conquistato la medaglia d’oro nel lancio del disco F52. L’atleta ha reso omaggio al suo paese con l’Inno di Mameli che risuonava allo Stade de France, un momento che ha segnato non solo un successo personale ma anche un passo significativo nella storia paralimpica italiana. Il suo viaggio verso la medaglia è stato caratterizzato da dedizione e lavoro sodo, elementi che lo hanno guidato fin dal suo primo incontro con l’atletica leggera.
Ganeshamoorthy, carico di emozione e orgoglio, ha espresso la gratitudine per l’appoggio ricevuto e per poter rappresentare il suo paese a un evento così grande. La vittoria ha infuso una rinnovata energia ai compagni di squadra, pronti a dare il massimo nelle loro rispettive competizioni. Gli occhi di tutti erano puntati sulle gare in programma, pronti a scrivere un nuovo capitolo della loro avventura.
La performance di Valentina Petrillo: un sogno che si realizza
Valentina Petrillo ha fatto il suo ingresso nel grande palcoscenico delle Paralimpiadi con la competizione dei 400 T12, dove ha ottenuto un tempo di 58.35, sufficiente per accedere alle semifinali. L’atleta ha descritto l’atmosfera dello stadio come fantastica e il design della pista come stimolante e perfetto per performare. Petrillo ha rivelato che, sebbene avesse speso più energia del previsto, era pronta a dare il massimo nelle semifinali della serata.
Un momento toccante è stato il suo richiamo alla lotta contro le discriminazioni. Come atleta transgender, Petrillo ha voluto condividere la sua esperienza, sottolineando quanto fosse fondamentale per lei testare il terreno e dimostrare che tutti, indipendentemente dalla loro identità di genere, possono lottare per i propri sogni. Ha usato la sua piattaforma per esprimere una speranza di cambiamento, affrontando le problematiche di inclusione e accettazione che molte persone ancora oggi devono affrontare.
Petrillo si è mostrata determinata e pronta a lanciarsi verso la finale, un traguardo che rappresenta per lei non solo un obiettivo sportivo, ma anche un simbolo di determinazione.
Le sfide di Arjola Dedaj e il futuro degli Azzurri
Dopo una prestazione di apertura positiva nel salto in lungo, Arjola Dedaj ha affrontato una gara difficile nei 100 T11, chiudendo con un tempo di 13.13, che le è valso l’undicesimo posto. L’atleta ha manifestato la sua delusione per non essere riuscita a esprimere al meglio il suo potenziale in questa competizione, sottolineando un’importante riflessione sulla gestione delle gare e dell’allenamento.
Nonostante il rammarico, Dedaj ha voluto rimarcare quanto sia significativo partecipare alle Paralimpiadi. Per ogni atleta, raggiungere un evento di tale portata è già una vittoria in sé, e il suo approccio positivo nei confronti dell’esperienza complessiva di Parigi trasmette un senso di speranza e resilienza.
La Nazionale di Atletica si prepara ora a scendere in pista per le finali di Maxcel Amo Manu nei 100 T64 e di Oney Tapia nel getto del peso F11, mentre Valentina Petrillo si avvia verso la semifinale dei 400 T12. Gli occhi di tutti sono ora puntati sulla serata, dove si giocheranno importanti possibilità di medaglie e successi.