Parvovirus B19: incremento dei casi in Europa e Stati Uniti, sintomi e rischi per particolari categorie

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Parvovirus B19: incremento dei casi in Europa e Stati Uniti, sintomi e rischi per particolari categorie - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 21 Settembre 2024 by Giordana Bellante

L’aumento dei casi di parvovirus B19, noto comunemente come quinta malattia, sta sollevando preoccupazioni tra esperti e autorità sanitarie. Questa infezione virale, che provoca eruzioni cutanee nei bambini e può avere conseguenze più gravi in soggetti immunodepressi e nelle donne in gravidanza, sta registrando un’impennata significativa dopo un periodo di calo durante la pandemia di COVID-19. Un recente studio pubblicato su Jama approfondisce questi aspetti, evidenziando l’importanza della vigilanza sanitaria.

I dati recenti sull’infezione da parvovirus B19

Secondo i dati più recenti forniti dai Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti, la diffusione del parvovirus B19 sta raggiungendo livelli allarmanti. Tra il 2022 e il 2024, la percentuale di persone con anticorpi IgM contro il parvovirus, indicativa di un’infezione recente, è passata da meno del 3% al 10% nel giugno 2024. In particolare, tra i bambini di età compresa tra 5 e 9 anni, l’aumento è stato ancora più marcato, passando dal 15% al 40% nello stesso periodo.

I dati sul plasma rivelano una crescita significativa della presenza di DNA del virus; infatti, la quota di campioni con elevate concentrazioni di DNA è aumentata dall’1,5% nel dicembre 2023 al 19,9% nel giugno 2024. Questa escalation ha spinto i CDC a emettere avvisi di salute pubblica, evidenziando il potenziale rischio dell’infezione, specialmente per soggetti con un sistema immunitario compromesso.

Nel contesto dell’emergenza pandemica, è importante notare che le infezioni da parvovirus B19 erano diminuite drasticamente. Durante il periodo di distanziamento e ridotto contatto sociale, i tassi di contagio per i bambini di età compresa tra 3 e 5 anni erano scesi a meno dell’1%.

Modalità di trasmissione del parvovirus B19

Il parvovirus B19 si diffonde principalmente attraverso le goccioline emesse durante tosse o starnuti da una persona infetta, il che ne facilita la contagiosità in ambienti affollati. La risalita dei casi ha spinto gli esperti a sottolineare l’importanza di adottare misure preventive, considerato che al momento non esistono vaccini o trattamenti antivirali specifici per questa infezione.

La letteratura medica sollecita i professionisti sanitari a rimanere vigili in relazione all’infezione da parvovirus, specialmente per i pazienti ad alto rischio come quelli immunocompromessi. Alfonso Hernandez-Romieu, un medico del CDC, ha evidenziato che i tassi di contagio durante la pandemia erano notevolmente più bassi, ma ora il virus sembra riprendersi rapidamente, seguendo tendenze analoghe ad altre infezioni virali.

L’analisi indica che la fase di bassa esposizione al virus ha contribuito a una ridotta immunità nella popolazione, creando così le condizioni per un’improvvisa esplosione di casi. Questo fenomeno può essere stato favorito anche dall’aumento dei contatti sociali post-pandemia, facilitato dal ritorno alla normalità.

Sintomi e manifestazioni cliniche della malattia

Nella maggior parte dei casi, l’infezione da parvovirus B19 si manifesta con sintomi lievi e può essere asintomatica, soprattutto nelle persone sane. Tuttavia, quando si presentano sintomi, l’infezione si sviluppa tipicamente in due fasi. La prima fase, che di solito inizia circa una settimana dopo l’infezione, dura circa cinque giorni e può includere febbre, malessere generalizzato e dolori muscolari. Durante questa fase, il virus è particolarmente contagioso.

Una settimana o dieci giorni dopo l’insorgenza dei primi sintomi, si verifica la seconda fase, caratterizzata da un’eruzione cutanea rossa e squamosa sul viso, che le ha valso il soprannome di “malattia della guancia schiaffeggiata”. Tuttavia, a questo stadio, i pazienti non sono più contagiosi. Il rossore sulle guance può essere seguito da un’eruzione cutanea su altre parti del corpo o da dolori articolari.

Nella maggior parte dei casi, come accennato, si rendono necessari solo trattamenti simili a quelli per alleviare sintomi influenzali. Tuttavia, coloro che appartengono a gruppi a rischio, come soggetti immunodepressi o con patologie ematologiche croniche, possono sviluppare complicazioni più gravi. Queste complicazioni comprendono forme di anemia, a causa dell’influenza del parvovirus sulla produzione di globuli rossi nel midollo osseo.

Parvovirus B19 e gravidanza: rischi e precauzioni

Le donne in gravidanza che contraggono l’infezione da parvovirus B19 possono trasmettere il virus al feto, ma, nella maggior parte dei casi, queste infezioni si risolvono senza complicazioni. Tuttavia, è importante riconoscere che circa il 5-10% dei casi potrebbe portare a complicazioni come l’anemia fetale. È fondamentale sottolineare che il parvovirus B19 non è associato a malformazioni congenite, a differenza di infezioni come quelle da Zika.

È probabile che molte donne incinte che si sono esposte al virus non sviluppino l’infezione, dato che una fetta significativa della popolazione presenta già anticorpi, acquisiti generalmente durante l’infanzia. I CDC riferiscono che oltre il 70% degli adulti di età superiore ai 40 anni possiede anticorpi rilevabili contro il parvovirus B19.

Per le donne in gravidanza che scoprono di essere state esposte o che mostrano sintomi correlati, è consigliato informare il proprio medico. È fondamentale fare chiarezza sul fatto che anche se si verifica la trasmissione al feto, ciò non implica necessariamente esiti negativi; le donne saranno semplicemente monitorate durante la gravidanza per garantire la salute del feto e della madre.

I professionisti della salute raccomandano di monitorare attentamente i casi di parvovirus B19, considerando il recente aumento delle infezioni. Le autorità invitano i medici a discutere con i pazienti delle misure preventive da adottare per ridurre i rischi associati senza allarmare eccessivamente la popolazione.

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