Persistente crisi nella grande distribuzione: Carrefour cede un supermercato a GROS a Guidonia

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Persistente crisi nella grande distribuzione: Carrefour cede un supermercato a GROS a Guidonia - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 16 Settembre 2024 by Redazione

La cessione di un punto vendita Carrefour in provincia di Roma ha destato forti preoccupazioni tra i lavoratori del settore della grande distribuzione. La decisione della catena francese di trasferire la gestione del negozio a Guidonia 2024 S.R.L., parte del gruppo romano GROS, ha sollevato interrogativi su possibili futuri disinvestimenti e sulla tutela dell’occupazione. La situazione ha mobilitato le sigle sindacali, portando i lavoratori a manifestare e a chiedere garanzie per il loro futuro.

Carrefour cede a GROS: dettagli sulla transazione

La posizione del supermercato a Guidonia

Il supermercato oggetto di questa cessione si trova in via delle Petunie, nel quartiere di Collefiorito di Guidonia, ed è uno dei punti vendita più rilevanti del territorio. Secondo quanto comunicato dalla Fisascat Cisl, la transizione della proprietà è in via di completamento e avverrà a favore della Guidonia 2024 S.R.L., una società attiva nel mercato del commercio all’ingrosso e al dettaglio. Questa compagnia è parte del gruppo GROS, il quale possiede diverse insegne come Pewex, Ipertriscount, Sacoph, Pim e Castoro, consolidando così la sua presenza sul mercato della grande distribuzione romana.

Con la vendita del supermercato, Carrefour continua a entrare in un processo di ristrutturazione della propria rete di vendite in Italia, lasciando dietro di sé domande sul futuro dei punti vendita minori e sulle politiche di disinvestimento nella regione. La chiusura di negozi e il passaggio di proprietà segnalano una strategia aziendale che potrebbe includere ulteriori misure drastiche, destando l’attenzione del settore e alimentando i timori dei lavoratori.

Lavoratori in agitazione: le reazioni ai recenti sviluppi

Manifestazioni e preoccupazioni per il futuro

La decisione di Carrefour ha scatenato una forte reazione tra i dipendenti, i quali non hanno nascosto il loro allarmismo e la loro insoddisfazione. Giulia Falcucci della Fisascat Cisl ha dichiarato che la cessione non è vista come accettabile né giustificabile, segnando un ulteriore passo indietro per il gigante della distribuzione. La situazione ha portato i lavoratori a partecipare a un sit-in di protesta a Spinaceto, di fronte a un altro punto vendita Carrefour, il 13 settembre, annunciando anche la possibilità di uno sciopero.

L’allarme non riguarda unicamente i dipendenti del punto vendita di via delle Petunie, ma si estende a tutti i lavoratori della rete GS S.p.A. a Roma. La segnalazione che Carrefour non stia cedendo un ramo d’azienda mantenendo i lavoratori, ma vendendo completamente il negozio, ha alzato il livello di preoccupazione tra le forze sindacali e i dipendenti. Attualmente, i 15 lavoratori di via delle Petunie sono destinati a passare sotto la gestione della nuova proprietà, e questo scenario pone interrogativi sul loro futuro occupazionale.

Timori dei sindacati e possibili sviluppi futuri

Le strategie di mobilitazione dei lavoratori

I sindacati sono decisi a non arretrare di fronte a questa situazione preoccupante. Falcucci ha ribadito l’impegno della Fisascat nel garantire i diritti dei lavoratori, promettendo che, in assenza di risposte concrete da parte di Carrefour su un possibile nuovo percorso, si attiveranno manovre di protesta più incisive. La cessione del punto vendita a Guidonia genera un’ulteriore dimensione di ansia per il futuro, creando un precedente ostile per altre sedi della grande distribuzione nella regione.

Il timore prevalente è che Carrefour possa applicare strategie simili di disinvestimento anche in altri negozi, creando un clima di instabilità e insicurezza sul mercato del lavoro. “Questa cessione totale lascia intendere che qualsiasi punto vendita potrebbe affrontare lo stesso destino,” ha sottolineato Falcucci. Esta situazione evidenzia la crescente vulnerabilità del mercato, alimentando l’ansia tra le forze lavorative e le sigle sindacali, che continuano a lottare per una più sostenibile strategia di crescita aziendale.

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