Ultimo aggiornamento il 24 Agosto 2024 by Giordana Bellante
La notte scorsa, il Parco della memoria a Pescara Del Tronto ha accolto un emozionante raduno commemorativo in onore delle 52 persone decedute durante il devastante terremoto che ha colpito il comune di Arquata del Tronto il 24 agosto 2016. L’evento segna l’ottavo anniversario di un tragico evento che ha segnato profondamente la storia della zona, portando il dolore e la distruzione in molte frazioni.
Partecipazione e significato dell’evento
Tanti volti attesi e una memoria collettiva
La commemorazione ha visto la partecipazione di numerosi familiari delle vittime, giunti anche da Roma, Pomezia e altre località del Lazio. L’atmosfera era densa di emozione, mentre i presenti si radunavano nel giardino dedicato alla memoria delle vittime del terremoto. La cerimonia ha richiamato non solo residenti locali, ma anche molti che sono stati seguiti dalla tragedia di quel fatidico giorno. Il parco, sebbene affollato, ha cercato di accogliere con calore tutti coloro che sono accorsi per ricordare i propri cari e per condividere un momento di riflessione, unendo le forze per mantenere viva la memoria di chi non c’è più.
Il rito del rosario e la messa in memoria
La celebrazione ha avuto inizio alle 2.30 con la recita del rosario, una pratica condivisa che ha unito spiritualmente i partecipanti. Alle 3.36, ora esatta del sisma, una messa è stata officiata da padre Emanuel, attuale parroco di Arquata dal 2021. Le sue parole hanno toccato i cuori di tutti i presenti, sottolineando il dolore e la sofferenza provocati dalla perdita, ma anche il messaggio di speranza e conforto per chi crede nella vita eterna.
Il messaggio dei leader religiosi
Parola di padre Emanuel
Durante la funzione, padre Emanuel ha evocato i ricordi di quella notte, definendola “una notte senza fine” e mettendo in evidenza il grande dolore che essa ha provocato. Il sacerdote ha proseguito sottolineando che “la morte non è l’ultima parola“, una frase che ha risonato come un eco di speranza nel giardino inondate di ricordi. La sua riflessione ha rappresentato un momento di forte coesione per tutti coloro che erano presenti, ricordando non solo le circostanze tragiche ma anche il legame spirituale che li unisce.
Intervento del vescovo Gianpiero Palmieri
Un altro momento significativo della cerimonia è stato l’intervento di monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo di Ascoli, il quale ha descritto la notte del terremoto come un evento “che non avremmo mai voluto aver vissuto“. La sua parola ha profondamente toccato i partecipanti, creando un’atmosfera di raccoglimento. Monsignore ha evidenziato il mistero che circonda il dolore e ha invitato a celebrare l’eucarestia, riconoscendo l’importanza della presenza divina nei momenti di sofferenza.
L’impegno per il futuro
Responsabilità collettiva verso la ricostruzione
Il vescovo Palmieri ha concluso il suo intervento con un appello alla responsabilità di tutti. Ha invitato chi è coinvolto nella ricostruzione a non dimenticare le 52 vite spezzate e a impegnarsi attivamente affinché i territori colpiti possano rinascere. Le parole di monsignor Palmieri hanno rappresentato non solo un momento di commemorazione, ma anche un invito all’azione, a lavorare insieme per un futuro migliore.
La memoria delle vittime del terremoto del 24 agosto 2016 rimarrà viva nel cuore dei familiari e della comunità, per continuare a costruire un legame che trascende la tragedia, portando con sé un segnale di resilienza e speranza per tutti.