Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2024 by Giordana Bellante
L’epidemia di Peste suina africana in Italia sta suscitando crescente preoccupazione, con un numero crescente di focolai identificati nel Paese. A fare il punto sulla situazione è Giovanni Filippini, Commissario Straordinario alla Peste suina africana, che ha fornito dati aggiornati sulla diffusione della malattia. Attualmente, i focolai sono concentrati principalmente in LOMBARDIA, PIEMONTE ed EMILIA ROMAGNA, con un totale di 24 casi. Le autorità sanitarie si stanno attivando per gestire l’emergenza, ma il clima resta teso tra gli allevatori e i soggetti coinvolti.
La diffusione della peste suina africana in Italia
La situazione epidemiologica
Secondo le dichiarazioni di Giovanni Filippini all’ANSA, attualmente si contano 18 focolai attivi in LOMBARDIA, 5 in PIEMONTE e solo 1 in EMILIA ROMAGNA. Sebbene il numero possa sembrare allarmante, Filippini ha sottolineato l’importanza di mantenere la calma. La PSA è considerata un’ondata epidemica e la sua gestione richiede prudenza e strategia. “Definire la situazione drammatica è esagerato”, ha detto, aggiungendo però che è fondamentale monitorare costantemente l’andamento della malattia per prevenire ulteriori espansioni.
Misure di contenimento
Le misure adottate dall’ordinanza recentemente emessa pretendono di limitare la diffusione della malattia nei territori colpiti. Le zone di restrizione imposte comprendono la necessità di monitoraggio e screening più rigorosi, oltre a richiedere la collaborazione attiva degli allevatori. Filippini ha confermato che, per ora, non verrà emanata alcuna nuova ordinanza, poiché si è appena in attesa di valutare gli effetti delle misure già in atto.
L’approccio del commissario straordinario
Monitoraggio continuo e valutazione dei risultati
“Stiamo osservando i risultati giorno e notte”, ha sottolineato Filippini, riferendosi all’attenzione costante da parte della struttura commissariale, oltre che dei ministeri della Salute e dell’Agricoltura. La situazione è definita dinamica e richiede un continuo adattamento delle politiche in risposta ai dati disponibili. È chiara la volontà di ripristinare la normalità nel più breve tempo possibile, pur mantenendo la sicurezza degli allevamenti e prevenendo la diffusione del virus.
Le sfide per gli allevatori
Il commissario ha parlato anche delle difficoltà che gli allevatori stanno affrontando, sottolineando il “sacrificio enorme” richiesto loro in queste circostanze. Questa crisi non solo impone limitazioni operative, ma solleva anche preoccupazioni economiche per il futuro della zootecnia nelle aree a rischio. Sebbene molte misure siano necessarie, la speranza è quella di rendere le restrizioni meno severe nel prossimo futuro, a condizione che la situazione epidemiologica migliori.
Obiettivi futuri e prospettive
Ripristinare la normalità
Filippini ha delineato gli obiettivi primari del suo operato: primi fra tutti, riportare al più presto una situazione di normalità, pur riconoscendo che alcune restrizioni rimarranno necessarie. Le autorità sono pronte a rivedere le misure in base ai risultati delle indagini e dei monitoraggi in corso. È fondamentale che il virus non si diffonda verso le aree attualmente indenni; pertanto, la vigilanza rimane alta.
Cooperazione tra istituzioni e allevatori
L’auspicio del commissario è quello di instaurare una cooperazione efficace tra le istituzioni e gli allevatori per affrontare questa crisi. Solo un approccio unito e ben coordinato potrà assicurare un controllo efficace della peste suina africana e garantire la salvaguardia delle attività zootecniche in ITALIA. La situazione, per quanto complessa, offre un’opportunità per migliorare i sistemi di gestione delle malattie e garantire un futuro più sicuro per l’allevamento suinicolo.