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Peste suina africana: nuovi focolai in Piemonte portano il totale a 1.691 contagiati

L’emergenza legata alla Peste suina africana continua a preoccupare le autorità sanitarie in Italia, in particolare nella regione Piemonte. Recentemente, sono stati rilevati due nuovi focolai di contagio in provincia di Novara, aumentando significativamente il numero di casi nella regione. Questo articolo analizza i dettagli di questa situazione, il suo impatto sugli allevamenti e le misure adottate per contenere il contagio.

nuovi focolai di peste suina in provincia di novara

La diffusione dei focolai

L’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha riportato che, a partire dall’8 settembre, sono stati identificati due nuovi casi di Peste suina africana. Questi focolai si trovano in due allevamenti situati a Castellazzo Novarese e San Pietro Mosezzo. Si aggiungono così ai cinque contagi precedentemente segnalati nella stessa provincia, localizzati a Novara, Trecate , Vinzaglio e Lignana.

La presenza di nuovi focolai è un chiaro segnale del continuo spread del virus, che è particolarmente insidioso per il settore suinicolo. Con 669 casi confermati solo in Piemonte, la situazione appare critica e richiede adeguate misure di contenimento per evitare un’ulteriore diffusione dell’epidemia.

Incremento dei comuni colpiti

L’emergenza sanitaria ha anche portato a far lievitare il numero di comuni interessati dalla positività alla Peste suina africana. Con l’emergere di questi due nuovi focolai, il numero complessivo dei comuni colpiti sale a 162. Questo dato rende evidente come il virus stia colpendo una vasta area del territorio piemontese e rappresenta un problema serio non solo per gli allevatori ma anche per le economie locali.

La situazione espone le aree circostanti a un rischio significativo, generando preoccupazione tra i produttori e le autorità. La risposta a questa emergenza richiede sforzi coordinati e una vigilanza costante per monitorare l’andamento della malattia negli allevamenti e fra i cinghiali, che fungono da serbatoi del virus.

situazione generale e misure di contenimento

Controllo e monitoraggio della malattia

Attualmente, non sono state riportate nuove positività tra i cinghiali, nemmeno nella confinante Liguria. Questo potrebbe indicare che, sebbene i focolai siano aumentati tra i suini domestici, il virus non ha trovato terreno fertile tra la popolazione selvatica al momento. Tuttavia, è fondamentale continuare con un attento monitoraggio e attuare piani di controllo rigorosi per prevenire ulteriori contaminazioni.

Le autorità veterinarie stanno adottando misure per limitare la diffusione del virus attraverso campagne di sensibilizzazione per gli allevatori e controlli sanitari. È cruciale che gli allevatori seguano rigorose norme di biosicurezza, come la disinfezione degli ambienti e il contenimento dei movimenti degli animali.

Impatto economico e rilevanza per il settore suinicolo

L’impatto della Peste suina africana sul settore suinicolo potrebbe rivelarsi devastante. Con il numero di casi che continua a crescere, gli allevatori sono sempre più preoccupati per le conseguenze economiche, poiché una diffusione incontrollata potrebbe portare a perdite economiche considerevoli e persino alla chiusura di interi allevamenti. È dunque fondamentale prestare attenzione a ogni sviluppo legato a questa emergenza sanitaria.

In un contesto socio-economico già fragile, la Peste suina africana si aggiunge a una serie di sfide che il settore deve affrontare. L’implementazione di politiche efficaci e la cooperazione tra diversi enti si rendono necessarie per garantire la sopravvivenza dell’allevamento suinicolo in Piemonte e proteggere gli interessi degli allevatori e delle comunità locali coinvolte.

Redazione

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