Piano Gaza: Israele diviso sul futuro del territorio

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Piano Gaza: Israele diviso sul futuro del territorio - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 6 Gennaio 2024 by Redazione

Divergenze interne al governo israeliano sul futuro di Gaza

A quasi tre mesi dall’inizio della guerra ad Hamas nella Striscia di Gaza, le divergenze di opinioni e le divisioni interne al governo israeliano sul futuro dell’enclave palestinese stanno diventando sempre più evidenti e, soprattutto, pubbliche.

Come riportato dalla Cnn, nella giornata di ieri è stato scontro aperto tra alcuni dei principali politici israeliani dopo una riunione del gabinetto di sicurezza sulla gestione delle indagini sugli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre scorso. Ma disaccordi pubblici si sono registrati anche sul piano postbellico per Gaza.

Scontro tra ministri: estrema destra contro il piano per Gaza

Giovedì scorso il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha delineato un programma che non prevede il controllo di Hamas sull’enclave né la presenza di cittadini israeliani sul territorio una volta finita la guerra. Ma il ministro delle Finanze di estrema destra del paese, Bezalel Smotrich, ha criticato duramente il piano, sostenendo l’idea di un esodo palestinese da Gaza. Smotrich ha chiesto “la ripresa della costruzione di insediamenti” israeliani nella Striscia e la “migrazione volontaria” dei civili israeliani al termine del conflitto.

Una visione totalmente differente dal piano del ministro della Difesa, che ha parlato di palestinesi, e non israeliani, a “gestire gli affari civili a Gaza nel dopoguerra”, con Israele che manterrà il controllo della sicurezza mentre “non ci sarà più presenza civile israeliana nella Striscia di Gaza una volta che gli obiettivi della guerra saranno stati raggiunti”. Il ministro ha spiegato che sarà una forza multinazionale guidata dagli Stati Uniti, in collaborazione con gli alleati europei e arabi di Israele, a occuparsi della ricostruzione di Gaza nel dopoguerra.

Le indagini sugli ‘errori’ di Israele nella sicurezza

L’esercito israeliano avvierà un’indagine operativa per imparare dai suoi “errori” nella sicurezza e applicare quelle lezioni alle future sfide, ha dichiarato il portavoce delle Forze di difesa israeliane Daniel Hagari. Un’indagine interna verrebbe condotta dalla catena di comando e un’altra indagine sarebbe svolta da ex alti funzionari per riflettere anche “esternamente” sui “processi decisionali”. “Il nostro obiettivo è migliorare costantemente, imparare lezioni dai combattimenti, estendere i nostri risultati e ridurre al minimo le perdite tra le nostre forze”, ha affermato Hagari, aggiungendo che le indagini operative sono uno dei principi fondamentali dell’Idf.

A Gaza “carestia dietro l’angolo”

Secondo Martin Griffiths, il massimo funzionario delle Nazioni Unite per i soccorsi d’emergenza, la popolazione di Gaza si trova ad affrontare i “più alti livelli di insicurezza alimentare mai registrati”. Gaza è “un luogo di morte e disperazione”, ha detto Griffiths, mentre centinaia di migliaia di civili sfollati vivono senza accesso ai beni di prima necessità nelle tendopoli che affollano il sud di Gaza.

Attacchi israeliani su Khan Younis, scoperto tunnel in un resort

Diversi attacchi aerei israeliani su Khan Younis nel sud di Gaza hanno provocato ieri la morte di almeno 12 persone, secondo il Ministero della Sanità palestinese a Ramallah.

Secondo un medico dell’ospedale dei martiri di Al Aqsa, almeno 10 palestinesi sono stati uccisi nell’area del campo profughi di Al-Maghazi. Il medico ha aggiunto che un attacco aereo separato su una casa a Deir al-Balah ha ucciso tre persone e ne ha lasciate sette ferite.

L’esercito israeliano ha pubblicato un video che mostra uno dei sette tunnel sotto il resort Blue Beach lungo il Mar Mediterraneo, nel nord di Gaza. Le forze di difesa israeliane accusano Hamas di utilizzare il sistema di tunnel per effettuare “attacchi sia sopra che sotto terra”.

Diplomazia al lavoro: Blinken e Ue in campo

Intanto, il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in Turchia per la prima tappa di un tour nella regione mediorientale. La sua visita si concentrerà sulla diplomazia indiretta con l’Iran, che sostiene i ribelli Houthi nello Yemen e il gruppo paramilitare Hezbollah in Libano, due attori chiave nelle tensioni infiammate della regione.

Nel frattempo, il capo della politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, è in Libano per discutere della situazione al confine con Israele, luogo di continui scontri tra Hezbollah e le truppe israeliane.

Il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah ha affermato ieri che molti soldati israeliani sono stati uccisi o feriti durante gli scontri in corso, che secondo lui mirano a “aumentare la pressione sul governo nemico e a fermare l’assalto a Gaza”.

Nel frattempo, nello Yemen, i sostenitori degli Houthi si sono riuniti per commemorare i combattenti uccisi dalla marina statunitense nel Mar Rosso il 31 dicembre.

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