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Piemonte avvia la filiera agroalimentare corta: un passo decisivo per il cibo locale

La creazione di una delega specifica al cibo in Piemonte rappresenta una novità significativa nel panorama agroalimentare italiano. Il ministro Lollobrigida ha fortemente voluto questa iniziativa, rendendo il Piemonte il primo territorio in Italia ad adottare tale misura. Obiettivo principale è la valorizzazione dei prodotti locali e l’integrazione della filiera agroalimentare, coinvolgendo produttori, commercianti, ristoratori e mercati in un progetto che punta a promuovere le eccellenze alimentari del territorio su scala locale, nazionale e internazionale.

La delega al cibo: un segnale forte per il settore agroalimentare

Un’iniziativa sostenuta dal governo

La recente iniziativa del ministero, rappresentata dall’assessore regionale al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca e Parchi, Paolo Bongiovanni, mira a strutturare un’efficace filiera agroalimentare corta. Questo approccio vorrebbe garantire una connessione diretta tra produttori e consumatori, riducendo le intermediazioni e aumentando la sostenibilità degli approvvigionamenti. La filiera corta rappresenta un’alternativa strategica alle filiere lunghe, spesso soggette a fluttuazioni di mercato e a problemi di trasparenza.

Focus sui Distretti del Cibo

Durante un incontro tenutosi a Palazzo Piemonte, Bongiovanni ha illustrato che la nuova delega prevede il supporto diretto a otto Distretti del Cibo già attivi nella regione. Questi Distretti, nati tra il 2022 e il 2024, contribuiranno notevolmente al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Non solo si tratta di categorie geografiche, ma anche di gruppi di interesse che uniscono produttori, artigiani e aziende per promuovere un approccio più organico alla gestione e alla promozione del cibo locale.

Eventi chiave per la promozione del cibo piemontese

Presentazione al G7 dell’agricoltura e ai saloni internazionali

In vista di eventi importanti come il G7 dell’agricoltura di Ortigia, il Salone del Gusto e Terra Madre, nonché Vinitaly, Bongiovanni ha annunciato una serie di proposte che includeranno i “prodotti ambasciatori” del territorio. Questi saranno presentati a un pubblico internazionale, con l’intento di esaltare le peculiarità del cibo piemontese. La partecipazione a eventi di tale rilevanza rappresenta un’occasione cruciale per mettersi in mostra e attrarre investimenti e attenzione su ciò che il Piemonte ha da offrire.

Costruzione di una rete collaborativa

Per rendere effettivo il progetto, è fondamentale la creazione di un tavolo di coordinamento che riunisca i vari attori della filiera. Tale forum sarà dedicato alla programmazione delle attività e alla definizione delle strategie di sviluppo, per garantire una maggiore efficienza e sinergia tra le diverse realtà coinvolte. La Regione ha pianificato di istituire un’agenzia di promozione dedicata esclusivamente al cibo locale, un passo per supportare profondamente la crescita e la sostenibilità delle produzioni alimentari piemontesi.

Un futuro sostenibile per le eccellenze alimentari piemontesi

Innovazione e strutturazione della filiera

L’assessore ha sottolineato la necessità di una nuova legge regionale che possa garantire finanziamenti adeguati e continuativi per i Distretti del Cibo. Questa legge rappresenterebbe un passo verso la flessibilità necessaria per non dipendere fondamentalmente dai rigidi bandi europei. Stanziare fondi a bilancio in modo preventivo permetterebbe ai Distretti di lavorare in modo più programmatico e strategico.

Rete di Distretti: chi sono gli attori coinvolti

I Distretti del Cibo che operano in Piemonte sono già oltre 250 in tutta Italia, con otto già attivi nella regione. Tra questi, il Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese, il Monregalese-Cebano biologico, il Roero, le Langhe Monferrato, Saluzzese, Pinerolese, e la gestione dei distretti dell’Alta Langa e Cebano. Ognuno di questi ha rappresentanti specifici che contribuiranno, attraverso le loro competenze, a dare vita e sostegno al progetto della filiera corta, rafforzando così l’identità culturale e gastronomica piemontese.

Il futuro dell’agroalimentare piemontese si prospetta dunque ricco di opportunità, grazie a un impegno collettivo orientato verso la valorizzazione di un patrimonio gastronomico unico e prezioso.

Redazione

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