Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione
Alessia Pifferi e le conversazioni intercettate in carcere
Alessia Pifferi, imputata per l’omicidio della figlia Diana, è al centro di un’indagine che coinvolge due psicologhe di San Vittore. Le due professioniste, insieme all’avvocatessa Alessia Pontenani, sono indagate per falso e favoreggiamento. Secondo l’accusa, durante un colloquio in carcere, le psicologhe avrebbero cercato informazioni sulla perizia psichiatrica in corso su Pifferi, al fine di falsificare gli esiti di un test psicodiagnostico. L’obiettivo sarebbe stato quello di far emergere un grave deficit cognitivo della donna e di aiutarla nel processo.
Le domande delle psicologhe e le risposte di Pifferi
Durante il colloquio in carcere, le due psicologhe avrebbero posto domande dirette a Pifferi riguardo all’incontro con i periti. La donna avrebbe parlato della storia della sua vita e dell’infanzia. Secondo l’accusa, le psicologhe avrebbero utilizzato queste informazioni per falsificare gli esiti del test psicodiagnostico. Inoltre, si sostiene che le professioniste avrebbero agito come consulenti difensive, invece che come supporto psicologico, aiutando Pifferi a ottenere la perizia nel processo.
Le accuse contro Pifferi e le dichiarazioni contro il pm
Secondo il pm, Pifferi si è mostrata lucida durante il colloquio in carcere e avrebbe anche progettato dichiarazioni processuali contro il pm. Inoltre, dalle conversazioni intercettate sarebbero emersi pesanti e gratuiti insulti allo psichiatra consulente della Procura. La donna avrebbe anche affermato di voler consultare l’avvocatessa prima di prendere decisioni, affermando che l’avvocato le avrebbe detto di non preoccuparsi e che avrebbero dato il “botto finale”.
Queste sono le ultime novità riguardo all’indagine su Alessia Pifferi e alle conversazioni intercettate in carcere. Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi su questo caso che ha suscitato grande interesse mediatico.