Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2024 by Redazione
Le associazioni denunciano la cancellazione del Fondo per i disturbi alimentari
Stefano Tavilla, presidente dell’associazione ‘Mi Nutro di Vita’ e fra i fondatori della Fondazione Fiocchetto Lilla, ha espresso preoccupazione per la cancellazione del Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Secondo Tavilla, questa decisione è il risultato di un disegno politico che sta mettendo a rischio la cura e il supporto delle persone affette da disturbi del comportamento alimentare. Il Fondo, istituito per finanziare servizi e progetti nelle Regioni, era stato creato in attesa dell’approvazione di una legge che riconoscesse queste patologie nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Tavilla sottolinea l’importanza dei Lea per garantire risorse uniformi su tutto il territorio nazionale e chiede l’attuazione della legge sui Lea per creare una rete di servizi in ogni regione.
La necessità di riconoscere i disturbi alimentari nei Lea
Secondo Tavilla, i disturbi del comportamento alimentare sono patologie multidisciplinari che richiedono cure sia per la salute mentale che per il corpo. Tuttavia, il problema principale è che questi disturbi non sono stati inclusi nei report sulla salute mentale e non sono stati riconosciuti come malattie psichiatriche dall’Organizzazione mondiale della sanità. Questo ha portato a una mancanza di risorse e servizi dedicati a livello nazionale. Tavilla sottolinea l’importanza di includere i disturbi alimentari nei Lea per garantire una prospettiva stabile e risorse adeguate per tutte le regioni. Inoltre, evidenzia l’abbassamento dell’età di approccio ai disturbi alimentari, con sempre più bambini e adolescenti che ne sono affetti.
Le conseguenze della cancellazione del Fondo e la necessità di cure adeguate
La cancellazione del Fondo per i disturbi alimentari avrebbe gravi conseguenze per le persone affette da queste patologie. Oltre all’interruzione dei servizi finanziati dal Fondo, ci sarebbe un allungamento delle liste d’attesa per le cure e una contrazione della cura stessa. Tavilla avverte che la guarigione sarebbe tarata verso il basso, limitandosi a una remissione dei sintomi o a un certo livello di peso, anziché puntare alla vera guarigione. Questo metterebbe a rischio la salute e il benessere delle persone affette da disturbi alimentari, oltre a causare un carico aggiuntivo sul Servizio sanitario nazionale. Tavilla sottolinea anche il problema delle donne oltre i 35 anni che non vengono più curate e chiede di non abbandonare queste persone.
In conclusione, la cancellazione del Fondo per i disturbi alimentari rappresenta una grave minaccia per le persone affette da queste patologie. Le associazioni chiedono l’attuazione della legge sui Lea per garantire risorse adeguate e una rete di servizi in tutte le regioni. È fondamentale riconoscere i disturbi alimentari come patologie multidisciplinari e garantire cure adeguate sia per la salute mentale che per il corpo. Solo così si potrà affrontare in modo efficace e completo questa sfida che sta diventando sempre più urgente.