Premierato e Autonomia: Ddl sulle riforme al Senato - avvisatore.it
Il disegno di legge Calderoli sull’Autonomia differenziata sarà discusso in Senato domani pomeriggio, ma prima sarà necessario un vertice per risolvere gli ultimi problemi all’interno della maggioranza. Fratelli d’Italia ha presentato due emendamenti “chirurgici” dopo il rifiuto di Calderoli di un articolo che è importante per il partito di Meloni e anche per quello di Tajani, che sono sensibili alle problematiche sollevate dalle regioni del Sud. Le opposizioni, che hanno presentato circa 400 emendamenti, si stanno preparando per la battaglia, che si intreccia anche con la discussione generale sul premierato, che inizierà in commissione lo stesso giorno.
Il ddl Calderoli è una legge puramente procedurale che stabilisce le procedure legislative e amministrative da seguire per raggiungere un accordo tra lo Stato e le regioni che richiedono l’autonomia differenziata. Il problema principale riguarda le due richieste di autonomia già presentate per tutte e 23 le materie possibili da Veneto e Lombardia, che nel febbraio 2019 hanno raggiunto un accordo di massima con il governo giallo-verde. La norma transitoria (articolo 11) stabilisce che queste richieste “proseguono” il loro iter, il che significa che non saranno soggette ai vincoli imposti dalla legge dopo l’approvazione degli emendamenti di Fratelli d’Italia e Forza Italia, oltre che delle opposizioni. Ciò preoccupa Fratelli d’Italia perché temono che le altre regioni, in particolare quelle del Sud, possano subire una perdita di risorse a causa del trasferimento di materie come la sanità o l’istruzione.
Dato il rifiuto di Calderoli di modificare la norma transitoria, Fratelli d’Italia ha presentato due emendamenti “chirurgici” che raggiungono lo stesso obiettivo. Una volta approvato il provvedimento con i Livelli essenziali di prestazione (Lep), le risorse verranno aumentate anche per le altre regioni che non hanno richiesto l’autonomia, al fine di evitare disparità di trattamento tra le regioni. Il centrodestra spera di trovare un accordo e approvare il ddl, mentre le opposizioni cercheranno di prolungare i tempi di esame, che si rallenteranno ulteriormente a causa dell’arrivo in Aula di altri decreti la settimana successiva.
L’approvazione del ddl questa settimana renderebbe più agevole l’esame del premierato, che inizia domani con la discussione generale in commissione. Finora la Lega non si è pronunciata durante le audizioni, e si attende di capire su quali punti è disposta a cedere rispetto al ddl Casellati. Ad esempio, durante il vertice di maggioranza di giovedì scorso, la Lega ha fatto capire di essere disposta a rinunciare alla “norma anti ribaltone”, ma sembra che non sia disposta a cedere sulla norma che prevede la fiducia del Parlamento al governo presentato alle Camere dal premier eletto.
Secondo alcuni costituzionalisti, è necessaria una riforma condivisa per evitare il rischio di far naufragare le riforme al referendum. Hanno suggerito di optare per l’indicazione del candidato premier da parte delle coalizioni al momento del voto anziché l’elezione diretta del premier. Tuttavia, la ministra Casellati ha definito l’elezione diretta del premier “irrinunciabile”.
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