Presunte interferenze pro-vita nei presidi sanitari della Valle d’Aosta: l’Usl e il dipartimento regionale negano le accuse

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Presunte interferenze pro-vita nei presidi sanitari della Valle d'Aosta: l'Usl e il dipartimento regionale negano le accuse - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 27 Aprile 2024 by Giordana Bellante

Introduzione

‘Usl della Valle d’Aosta e il dipartimento regionale per le Politiche sociali hanno recentemente negato le accuse mosse dal Centro donne contro la violenza di Aosta, secondo cui alcune donne che si sono recate in presidi sanitari pubblici della regione per interrompere volontariamente la gravidanza sarebbero state sottoposte a pressioni da parte di volontari pro-vita. In una nota, l’Usl e il dipartimento hanno dichiarato che non risultano volontari di associazioni pro-vita nei consultori o negli ospedali e che non sono state ricevute segnalazioni in tal senso da parte di cittadini o associazioni. Inoltre, il dipartimento ha comunicato che ai propri uffici non è pervenuta alcuna segnalazione in merito dall’associazione che gestisce il Centro anti violenza.

‘Usl e il dipartimento regionale respingono le accuse

‘Usl della Valle d’Aosta e il dipartimento regionale per le Politiche sociali hanno respinto le accuse mosse dal Centro donne contro la violenza di Aosta, secondo cui alcune donne che si sono recate in presidi sanitari pubblici della regione per interrompere volontariamente la gravidanza sarebbero state sottoposte a pressioni da parte di volontari pro-vita. In una nota congiunta, l’Usl e il dipartimento hanno dichiarato che “non risultano volontari di associazioni pro-vita nei consultori o in ospedale e che nessuna segnalazione in tal senso è arrivata all’azienda né da parte di cittadini né da parte di associazioni”.

Inoltre, il dipartimento ha comunicato che ai propri uffici “nessuna segnalazione in merito è pervenuta dall’associazione che gestisce il Centro anti violenza”. ‘Usl e il dipartimento hanno sottolineato che “erogare buoni servizi sanitari nel rispetto delle norme vigenti è l’unico fine dell’azienda e di tutto il Sistema sanitario regionale” e hanno invitato cittadini ed associazioni a segnalare eventuali episodi anomali in modo da poter permettere verifiche puntuali approfondite ed efficaci a tutela di tutti.

Le accuse del Centro donne contro la violenza di Aosta

Il Centro donne contro la violenza di Aosta aveva denunciato in un comunicato che alcune donne che si erano recate in presidi sanitari pubblici della regione per interrompere volontariamente la gravidanza sarebbero state sottoposte a “indebite interferenze e pressioni da parte di volontari” pro-vita. Secondo il Centro, queste pressioni sarebbero avvenute “nei stessi luoghi” in cui le donne si erano recate per accedere all’interruzione volontaria di gravidanza.

Il Centro aveva quindi chiesto alle autorità competenti di intervenire per garantire il rispetto delle norme vigenti e per tutelare le donne che decidono di interrompere volontariamente la gravidanza. Tuttavia, l’Usl e il dipartimento regionale hanno negato le accuse e hanno invitato a segnalare eventuali episodi anomali in modo da poter effettuare verifiche approfondite.

‘importanza di garantire il rispetto delle norme vigenti

‘interruzione volontaria di gravidanza è un diritto riconosciuto dalla legge italiana e, come tale, deve essere garantito in tutte le strutture sanitarie pubbliche del Paese. È quindi fondamentale che le autorità competenti vigilino affinché questo diritto venga rispettato e che intervengano prontamente in caso di violazioni.

In questo contesto, le accuse mosse dal Centro donne contro la violenza di Aosta sono particolarmente gravi e richiedono un’attenta verifica da parte delle autorità competenti. Tuttavia, come sottolineato da l’Usl e dal dipartimento regionale, è importante che eventuali segnalazioni siano circostanziate e supportate da prove concrete, in modo da poter effettuare verifiche puntuali e approfondite a tutela delle donne coinvolte.

‘Usl della Valle d’Aosta e il dipartimento regionale per le Politiche sociali hanno negato le accuse mosse dal Centro donne contro la violenza di Aosta, secondo cui alcune donne che si sono recate in presidi sanitari pubblici della regione per interrompere volontariamente la gravidanza sarebbero state sottoposte a pressioni da parte di volontari pro-vita. Tuttavia, le autorità competenti hanno invitato cittadini ed associazioni a segnalare eventuali episodi anomali in modo da poter effettuare verifiche approfondite a tutela delle donne coinvolte e del rispetto delle norme vigenti.

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