Il 4 luglio 2024, il Teatro di Tor Bella Monaca ha ospitato la prima nazionale di uno spettacolo innovativo ideato e diretto da Pino Quartullo. Questo evento ha segnato l’inizio di una tournèe che porterà la rappresentazione in tutto il Paese, affrontando temi profondi e attuali legati alla figura di san Francesco d’Assisi e alla sua fondazione. Il pubblico ha avuto l’opportunità di immergersi in una narrazione che sfida le convenzioni tramite un coinvolgimento diretto e dinamico degli attori.
La rappresentazione si concentra su un periodo di crisi all’interno dell’ordine francescano, caratterizzato da dibattiti e scontri ideologici. In questo contesto, la figura di Chiara assume una rilevanza particolare. Chiara, protagonista di un’accesa interazione con Francesco, incarna la voce femminile e intellettualmente assertiva che dialoga da pari con il Santo. Questo scambio non solo arricchisce il racconto, ma offre anche un’opportunità di riflessione sui conflitti e le trasformazioni odierne all’interno della Chiesa.
Nel corso dello spettacolo, si solleva un interrogativo cruciale per lo spettatore: la figura di Cristo è un supporto che aiuta gli uomini a trovare consapevolezza e significato nella loro esistenza, oppure è da considerarsi una distrazione da una realtà difficile? Questa domanda è essenziale per comprendere il contesto odierno del Cristianesimo, che si trova a dover affrontare sfide di natura sociale e culturale. La drammaturgia di Quartullo stimola riflessioni acute, rendendo gli spettatori attivi partecipanti a un dibattito attualissimo.
Una scena particolarmente significativa è quella in cui un sacerdote si avvicina a san Francesco per richiedere una copia delle sue regole. Questo dialogo, carico di tensione e significato, mette in luce le problematiche contemporanee dell’istituzione ecclesiastica. La domanda “Perché?” pone l’accento sull’interrogativo fondamentale riguardante il vero scopo della fede oggi. La conversazione diventa così un simbolo di introspezione, esaminando se il Cristianesimo sia visto come un rifugio o piuttosto una via per una partecipazione attiva alla comunità.
Il dramma nel suo insieme invita il pubblico a riflettere su come ciascun individuo possa essere accompagnato nella propria crescita e nella propria dignità. L’interrogativo di come rispondere a una società sempre più secolarizzata è centrale, e il dialogo tra i personaggi serve da specchio per le ansie moderne riguardo ai valori sociali ed esistenziali.
Per rendere l’esperienza ancora più memorabile, il teatro ha visto la partecipazione attiva del pubblico, con momenti di interazione che hanno contribuito a creare un’atmosfera vivace. Oltre ai protagonisti sul palcoscenico, personaggi di spicco, come il parroco francescano Fra Stefano, l’attrice Elena Sofia Ricci e la regista Liliana Cavani, erano presenti nell’evento, instaurando conversazioni amichevoli con gli spettatori e accettando di immortalare i momenti con foto.
La scelta di Tor Bella Monaca come palcoscenico per questo debutto ha un significato particolare. La periferia diventa così un luogo di cultura viva, in grado di dialogare con il mondo e di abbattere i confini tradizionali tra centro e marginalità. Il teatro non è soltanto un luogo di intrattenimento, ma un mezzo per comunicare messaggi importanti e promuovere discussioni rilevanti.
Con queste premesse, Pino Quartullo ha dato vita a un’opera che non solo intrattiene, ma stimola una riflessione profonda su temi di grande attualità, rendendo il Teatro di Tor Bella Monaca un fulcro di cultura e dibattito.
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