Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2024 by Redazione
Protesi stampate in 3D per correggere il “petto escavato”
L’équipe di Chirurgia pediatrica dell’Irccs Aou Meyer di Firenze ha recentemente utilizzato protesi stampate in 3D per correggere una malformazione della gabbia toracica chiamata “petto escavato”. Questa procedura innovativa è stata eseguita su quattro adolescenti, ottenendo risultati positivi. Le protesi, progettate dal laboratorio T3Ddy, sono realizzate in un materiale completamente riassorbibile, il polycapro-lattone, e rappresentano la prima volta in Europa che viene utilizzata una protesi sternale completamente riassorbibile.
La procedura prevede che le protesi siano stampate in 3D utilizzando il polycapro-lattone, lo stesso materiale utilizzato per i fili da sutura riassorbibili. Sull’impalcatura 3D così ottenuta, vengono innestate cellule adipose prelevate dalla coscia del paziente. L’organismo incorpora completamente questa protesi, consentendo ai pazienti di tornare alla loro vita normale in meno di una settimana, senza complicazioni post-operatorie inaspettate e risolvendo l’impatto estetico della malformazione.
La collaborazione tra i chirurghi del Meyer e il laboratorio T3Ddy, sostenuto dalla Fondazione Meyer e coordinato dall’Università di Firenze, ha reso possibile questo traguardo. L’équipe chirurgica, guidata da Flavio Facchini, specialista in Chirurgia plastica e ricostruttiva, ha lavorato insieme a ingegneri e medici per progettare le protesi personalizzate per ciascun paziente, ottimizzando la geometria in modo da adattarsi alla conformazione specifica del paziente.
Un metodo sperimentale con risultati promettenti
La metodica utilizzata al Meyer è ancora sperimentale e i quattro casi trattati fanno parte di un trial che utilizza lo stesso dispositivo testato anche in uno studio condotto presso il Princess Alexandra Hospital di Brisbane, in Australia. Il Comitato etico pediatrico della Regione Toscana ha svolto un ruolo fondamentale nell’approvazione a livello ministeriale del trial, che prevede un follow-up di due anni per tutti i pazienti coinvolti. In totale, sono previsti dieci casi nel corso dello studio.
Secondo Flavio Facchini, questa innovativa tecnica rappresenta un grande passo avanti nella chirurgia ricostruttiva: “Al Meyer, la stampa 3D viene utilizzata per la realizzazione di protesi che si integrano completamente nell’organismo, e non solo per stampare modelli preparatori o protesi 3D ‘classiche'”. L’utilizzo di protesi 3D riassorbibili offre numerosi vantaggi per i pazienti pediatrici, come interventi meno invasivi e la riduzione dei rischi di rigetto ed infezioni. Facchini spera che questa tecnica possa essere utilizzata anche per la chirurgia di altre patologie, come la sindrome di Poland, i difetti della parete toracica anteriore e i tumori di quell’area.
Un futuro promettente per la chirurgia ricostruttiva
La sperimentazione delle protesi stampate in 3D presso l’Irccs Aou Meyer di Firenze rappresenta un importante passo avanti nella chirurgia ricostruttiva. Grazie alla collaborazione tra chirurghi, ingegneri e medici, è stato possibile utilizzare protesi completamente riassorbibili per correggere la malformazione del “petto escavato” nei pazienti adolescenti. Questa tecnica innovativa offre numerosi vantaggi, come interventi meno invasivi e una riduzione dei rischi di complicazioni post-operatorie. Inoltre, si spera che questa tecnica possa essere utilizzata anche per trattare altre patologie della parete toracica. Il futuro della chirurgia ricostruttiva sembra promettente, grazie alle potenzialità offerte dalla stampa 3D e ai progressi nella personalizzazione delle protesi.