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Primavalle: il traffico di droga giovanile tra i ragazzi della Roma “bene”

Un’inchiesta ha rivelato un vasto sistema di spaccio a Primavalle, dove un gruppo criminale gestito da padre e figlio ha servito una clientela giovane, in gran parte minorenne. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri e dalla procura, l’organizzazione generava guadagni che superavano i 500mila euro al mese. L’operazione ha svelato un legame stretto tra i membri dell’associazione, nonché dinamiche di vendita diversificate che includevano anche messa in atto di tecniche per evitare i controlli delle forze dell’ordine.

il sistema di spaccio a largo federico borromeo

Un’operazione ben congegnata

L’attività turbinosa del gruppo criminoso si concentrava in una zona di largo Federico Borromeo, nei pressi di una pizzeria popolare tra i ragazzi del quartiere e non solo. Questo sito è diventato rapidamente un punto di riferimento per i clienti in cerca di sostanze stupefacenti. Le indagini avviate tra aprile e luglio 2019 hanno richiesto tempo e pazienza per costruire un quadro complessivo della struttura operativa del gruppo. Il padre, conosciuto come il ‘Murenone’, e il figlio hanno orchestrato le operazioni di spaccio, supportati da una rete di complici, comunemente definiti “soldati”.

Costruzione del vincolo associativo

Le indagini hanno rivelato le modalità di interazione tra i membri dell’organizzazione. Attraverso una serie di attestazioni e arresti, gli investigatori hanno potuto ricostruire le dinamiche interne e il vincolo associativo. Questa struttura ha reso possibile registrare il reato di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope”, portando infine a quattro ordinanze di custodia cautelare. Grazie all’analisi delle prove, e alla collaborazione tra carabinieri e procura, il puzzle del traffico di droga ha iniziato a prendere forma.

i metodi di vendita e le modalità operative

Vendita al dettaglio e “cavallini”

Il gruppo non si limitava a vendere droga presso il punto di riferimento, ma ha anche attuato un servizio di consegna a domicilio. I “cavallini”, come venivano chiamati gli spacciatori, si incaricavano di recapitare le sostanze direttamente ai giovani clienti. Questa operazione ha reso il traffico più accessibile e meno visibile, attirando un pubblico giovanile che spesso proveniva dall’alta borghesia romana. Le indagini hanno determinato che la rete di vendita era estesa, comprendendo numerose persone pronte a collaborare nel vendere sostanze stupefacenti.

Il meccanismo della piramide

La strategia del gruppo di Primavalle era intrinsecamente piramidale, con diversi livelli di spacciatori e facilitatori coinvolti nel processo. Grazie a questa organizzazione, il Murenone e il suo figliolo riuscivano a mantenere il controllo della piazza, incrementando sempre più l’attività. Durante le indagini sono stati effettuati ben 25 arresti che hanno portato alla luce questo sistema articolato, rendendo evidente l’efficacia del gruppo nella gestione e nella distribuzione di sostanze stupefacenti.

evitare controlli e mantenere il segreto

Un utilizzo strategico dei social media

Un aspetto distintivo del modo d’operare del gruppo era l’utilizzo di piattaforme social come Instagram per comunicare e coordinarsi. Questo ha consentito loro di eludere i controlli delle forze dell’ordine, rendendo difficile il monitoraggio delle loro attività illecite. Le chat e i messaggi scambiati sono stati successivamente analizzati dagli investigatori, rivelando informazioni chiave sulle operazioni del gruppo e confermando il livello di organizzazione all’interno della struttura.

Struttura familiare e compensi

Il sistema di spaccio non era solo efficiente, ma anche profondamente radicato nelle dinamiche familiari. Le “rette”, ossia gli individui che si occupavano di nascondere la droga negli appartamenti, ricevevano ogni mese circa 300 euro per il loro apporto. Questo ulteriore livello di integrazione ha permesso all’organizzazione di continuare a operare senza destare sospetti. Non solo venivano vendute sostanze stupefacenti 24 ore su 24, ma il gruppo garantiva anche servizi di supporto legale ai propri membri, se necessario, creando un circuito di protezione molto efficace.

l’attività durante la million marijuana march

Vendita al pubblico durante la manifestazione

L’apice delle operazioni del gruppo si è avuto a maggio 2019, in occasione della ‘Million Marijuana March‘, un’importante manifestazione contro il proibizionismo che si è tenuta a Roma. In questa occasione, tra i partecipanti, i membri del gruppo sono riusciti a mescolarsi con il pubblico, vendendo circa 300 dosi di stupefacente e guadagnando all’incirca 3.000 euro in un solo giorno. Questo evento ha messo in luce la capacità dell’organizzazione di operare anche in situazioni affollate e ad alta visibilità, confermando la loro audacia e competenza nel traffico di droga.

Implicazioni per il controllo del territorio

Il ingegnoso operato del gruppo di Primavalle rappresenta un campanello d’allarme non solo per le autorità locali, ma anche per il sistema educativo e sociale della Capitale, evidenziando la necessità di interventi più efficaci volti a contrastare il consumo di sostanze stupefacenti tra i giovani. Con un sistema così ben strutturato e organizzato, risulta sempre più indispensabile un monitoraggio attento e una valutazione delle risorse dedicate al contrasto di tali problematiche giovanili.

Giordana Bellante

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