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Primo processo per le curve violente: il Milan si costituisce parte civile

Le recenti violenze verificatesi a San Siro, dove gli ultrà della Curva Sud hanno creato un clima di **intimidazione**, hanno spinto il Milan e la Lega Serie A a costituirsi parte civile nel primo processo che scaturisce dalla maxi inchiesta condotta dalla **Polizia** e dalla **Guardia di Finanza**. Questo procedimento, che ha avuto inizio a settembre 2024 con l’arresto di 19 persone, ha messo in luce un problema che ha allontanato **famiglie** e **spettatori** dallo stadio, generando **danni economici** e **reputazionali** significativi.

Il contesto delle violenze a san siro

Il clima di **paura** e **intimidazione** creato dagli ultrà ha avuto ripercussioni non solo sugli spettatori presenti, ma anche su coloro che seguono le partite da casa. Le azioni **violente** hanno compromesso il valore dei **diritti audiovisivi**, contribuendo a un crescente **disinteresse** per il **calcio**. Le motivazioni di questa azione legale sono state dettagliate nei documenti depositati, evidenziando come le violenze abbiano avuto un impatto negativo sull’immagine del **club** e sull’intero movimento calcistico.

Il processo, che si svolgerà a **Milano**, vedrà tra gli imputati alcuni nomi noti tra gli ultrà, come Christian Rosiello, ex **bodyguard** del rapper Fedez, e Francesco Lucci, fratello del leader della Curva Sud, Luca Lucci. Questi ultimi, insieme ad altri, sono accusati di **associazione per delinquere** finalizzata a **estorsioni** e **aggressioni**. La scelta del rito abbreviato da parte di alcuni imputati, come Andrea Beretta, **collaboratore di giustizia**, ha ulteriormente complicato la situazione.

Le accuse e il profilo degli imputati

I tre ultrà presenti in aula sono accusati di aver trasformato lo **stadio** in un “territorio di propria pertinenza”, dove la **violenza** era utilizzata per mantenere il controllo e intimidire chiunque tentasse di opporsi. Gli avvocati della Lega Serie A, Salvatore Pino e Matias Manco, hanno sottolineato la presenza di una **struttura organizzativa** ben definita, con ruoli specifici all’interno del gruppo. Questo ha permesso agli ultrà di sfruttare il **tifo calcistico** per perseguire obiettivi illeciti, compromettendo la **sicurezza** e la **convivenza civile**.

Tra le violenze segnalate ci sono anche gli **ingressi abusivi** allo stadio, che hanno coinvolto centinaia di persone per ogni partita casalinga. Le **aggressioni** agli **steward** e agli **addetti alla sicurezza** sono state documentate, evidenziando un quadro preoccupante di violenza e intimidazione. Le vittime di estorsioni legate a questi eventi non hanno però deciso di costituirsi parte civile, nonostante le gravi accuse.

Il processo e le prossime udienze

La prima **udienza**, svoltasi davanti al collegio della sesta penale presieduto da Ilaria Simi De Burgis, ha avuto una durata molto breve, limitandosi alla raccolta delle richieste da parte della Lega Serie A e del Milan. I giudici si pronunceranno sulle parti civili il 20 marzo 2025, giorno in cui sarà ascoltato anche il primo **teste** dell’accusa. Il pubblico ministero, Paolo Storari, ha espresso contrarietà alle **riprese televisive** e fotografiche in aula, per evitare la spettacolarizzazione del processo e la **gogna mediatica** per gli imputati.

Il **calendario** delle udienze è già stato stilato fino a giugno 2025, con un elenco di **testimoni** che inizialmente conta 72 nomi. Tuttavia, la **Procura** prevede di ridurre il numero a meno di 40, accettando di presentare alcuni **verbali** direttamente. Tra i testimoni figurano anche persone coinvolte in episodi di **violenza** legati a **risse** e **aggressioni**, tra cui Cristiano Iovino, un **personal trainer** aggredito in un locale nel 2024.

Il processo rappresenta un passo significativo nella lotta contro la **violenza** negli stadi, con l’obiettivo di ripristinare un ambiente **sicuro** per tutti gli appassionati di **calcio**.

Francesca Monti

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