Processo per l’omicidio del pizzaiolo a Napoli: otto imputati dal 27 febbraio

Processo per l’omicidio di Francesco Pio Maimone: un caso di violenza giovanile

Prenderà il via il prossimo 27 febbraio davanti alla prima corte di assise di Napoli il processo per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, l’aspirante pizzaiolo 18enne ucciso sul lungomare di Napoli da un colpo di pistola vagante. Secondo la Squadra Mobile e la Procura di Napoli, l’omicidio è stato commesso il 20 marzo 2023 da Francesco Pio Valda, 20 anni.

Una morte assurda per motivi futili

Si tratta di una morte assurda, legata a futili motivi: una lite tra gruppi di giovani ritenuti vicini alla camorra, scoppiata solo per un pestone su un paio di scarpe griffate. Durante l’udienza preliminare che si è svolta nel Nuovo Palazzo di Giustizia partenopeo, il giudice Chiara Bardi ha deciso che quasi tutti gli imputati dovranno affrontare il processo. Solo uno di loro, Rocco Sorrentino, ha ottenuto il rito abbreviato.

Parti civili e accuse

Durante l’udienza, si sono costituite tra le parti civili la famiglia della vittima, il Comune di Napoli e la Fondazione Polis. L’omicidio di Francesco Pio è stato attribuito a Valda e altre sette persone, tra amici e parenti. Secondo la Squadra Mobile e la Procura di Napoli, ognuno di loro ha avuto un ruolo quella tragica notte e nei giorni successivi nel proteggere e favorire il presunto assassino. Le indagini hanno rivelato che Valda ha sparato più volte ad altezza d’uomo, ma la vittima non aveva nulla a che fare con quelle dinamiche criminali.

Accuse aggiuntive per Valda

A Pio Valda è stato contestato anche un altro reato: “accesso indebito a dispositivi idonei dalla comunicazione”. Nonostante avesse il volto coperto, la Polizia di Stato lo ha riconosciuto mentre trasmetteva illecitamente dei video su Tik-Tok insieme ad altri due carcerati. Questo episodio si è aggiunto all’accusa di omicidio, rendendo la situazione ancora più complessa per Valda.

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