Processo per l’omicidio di Diana: la Corte di Assise di Milano si ritira in camera di consiglio per decidere la sentenza di Alessia Pifferi

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Processo per l'omicidio di Diana: la Corte di Assise di Milano si ritira in camera di consiglio per decidere la sentenza di Alessia Pifferi - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 13 Maggio 2024 by Giordana Bellante

La Corte di Assise di Milano si è ritirata in camera di consiglio per decidere la sentenza di Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio della figlia Diana di 18 mesi. Dopo l’arringa del difensore, il pm ha replicato chiedendo di non riconoscere alcun beneficio alla donna.

“‘arringa del difensore: Alessia Pifferi non ha mai voluto uccidere la figlia”

“Il legale chiede l’assoluzione per l’omicidio e la condanna per abbandono di minore”

Alessia Pontenani, difensore di Alessia Pifferi, si è avviata verso la conclusione della sua arringa nel processo davanti alla Corte d’Assise di Milano, sostenendo che la donna non ha mai voluto uccidere la figlia Diana. Secondo il legale, esiste un reato nel codice penale, che è l’abbandono di minore, e questo è il caso della morte di Diana.

Pifferi è accusata di avere lasciato morire di stenti la piccola Diana, di 18 mesi, lasciandola da sola per 6 giorni nella loro abitazione in via Parea a Milano. Tuttavia, il difensore sostiene che la donna ha commesso il reato di abbandono più volte, ma che ogni volta sperava che non accadesse nulla alla bambina.

‘avvocato ha ripercorso le tappe della vita di Pifferi, sottolineando che la donna ha subito abusi da piccola, è stata vittima di violenza assistita, non è andata a scuola, ha un deficit cognitivo e ha vissuto senza avere un lavoro. Secondo il legale, la morte di Diana è una tragedia e come tale va affrontata, e ha chiesto alla Corte di lasciare ad Alessia e Diana la giustizia che meritano.

“La replica del pm: Alessia Pifferi è colpevole dell’omicidio della piccola Diana

“Il legale di parte civile chiede risarcimenti per 200mila euro per la madre e 150mila per la sorella”

Dopo l’arringa del difensore, il pm Francesco De Tommasi ha replicato, sostenendo che Alessia Pifferi è colpevole dell’omicidio della figlia Diana. Secondo il pm, Pifferi ha lasciato morire di stenti la bambina, di 18 mesi, lasciandola da sola per 6 giorni nella loro abitazione in via Parea a Milano, e che non si tratta di un caso di abbandono di minore.

Il legale di parte civile, Emanuele De Mitri, ha sostenuto che Pifferi ha ucciso la propria figlia, lasciandola da sola senza acqua né cibo per sei giorni, e che la donna sapeva chiaramente che la figlia sarebbe morta. De Mitri ha aggiunto che Pifferi ha tradito la piccola Diana e che la donna è stata presuntuosa, non chiedendo aiuto alla famiglia, che l’avrebbe sostenuta.

La mamma Maria e la sorella Viviana erano infatti le uniche che avevano dato una mano ad Alessia Pifferi. La madre aveva cercato in tutti i modi di sostenere la figlia, nonostante i rapporti fossero tesi, e Viviana aveva visto la nascita di Diana come un miracolo. Nessuna delle due avrebbe mai potuto pensare che Pifferi avrebbe abbandonato in quel modo la bambina.

Il legale di parte civile ha chiesto risarcimenti da 200mila euro per la madre e da 150mila euro per la sorella, o una provvisionale da 100mila euro ciascuna.

Dopo la replica del pm e l’intervento del legale di parte civile, la Corte di Assise di Milano si è ritirata in camera di consiglio.

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