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Processo per presunta violenza sessuale di gruppo a Tempio Pausania: Francesco Corsiglia sceglie di testimoniare

Francesco Corsiglia testimonia al processo

Francesco Corsiglia, uno dei quattro imputati genovesi nel processo per la presunta violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa italo-norvegese, ha deciso di sottoporsi all’esame del collegio giudicante di Tempio Pausania, presieduto da Marco Contu. Il giovane, difeso dagli avvocati Antonella Cuccureddu e Gennaro Velle, è stato fatto entrare a palazzo di giustizia dalle porte laterali, evitando così l’attenzione dei media.

Gli altri tre imputati, Ciro Grillo , Vittorio Lauria e Edoardo Capitta, non sono presenti al processo e la loro difesa ha deciso di non farli rispondere all’esame, almeno per il momento. “Abbiamo fatto una scelta processuale precisa,” ha spiegato l’avvocato Alessandro Vaccaro, difensore di Lauria, prima dell’inizio dell’udienza a porte chiuse. “È un nostro diritto decidere di non far rispondere all’esame i nostri assistiti, ma sicuramente verranno più avanti per rendere dichiarazioni spontanee.”

Corsiglia torna in aula per la seconda volta dall’inizio del processo. Nel novembre dello scorso anno, aveva rilasciato spontanee dichiarazioni negando ogni addebito. “Non le ho mai usato violenza, lei era consenziente. Ho fatto sesso con lei, ma nessuna violenza. Nessuna,” aveva dichiarato.

Le chat in lingua inglese al centro del dibattimento

Prima dell’esame dell’imputato, il tribunale darà l’incarico a un perito per la traduzione delle chat in lingua inglese intercorse tra la presunta vittima e una sua amica norvegese nel 2018, ovvero un anno prima dei fatti contestati. In questa lunga chat, la ragazza si sarebbe confidata e avrebbe ammesso di avere un “problema“: “mi piace conoscere i ragazzi in discoteca,” senza però poi essere interessata ad avere con loro dei rapporti.

Le parti civili hanno già annunciato che contesteranno i contenuti di queste conversazioni. Tuttavia, la difesa precisa che le chat fanno già parte del fascicolo del dibattimento, quindi il collegio giudicante le ha già esaminate. “Le chat fanno già parte del fascicolo del dibattimento, quindi il collegio giudicante le ha già,” ha chiarito l’avvocato Vaccaro.

Il processo prosegue e il ruolo delle chat nelle indagini e nel dibattimento sarà cruciale per stabilire la verità su quanto accaduto quella notte a Porto Cervo. La strategia difensiva di Corsiglia, scegliendo di testimoniare, potrebbe influenzare l’esito del processo, mentre gli altri imputati scelgono di non rispondere alle domande del collegio giudicante, almeno per il momento.

Giordana Bellante

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