Processo sulla sparatoria del 1975 alla Cascina Spiotta: quattro rinvii a giudizio richiesti

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Processo sulla sparatoria del 1975 alla Cascina Spiotta: quattro rinvii a giudizio richiesti - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 29 Maggio 2024 by Luisa Pizzardi

Un procedimento giudiziario aperto dalla Procura di Torino sulla sparatoria avvenuta il 5 aprile 1975 fra carabinieri e brigatisti rossi alla Cascina Spiotta, nell’Alessandrino, sta per arrivare in tribunale. Questo scontro a fuoco avvenne durante un blitz per la liberazione di un imprenditore sequestrato, Vallarino Gancia, e portò alla morte di un militare dell’Arma, l’appuntato Giovanni d’Alfonso. La Procura ha chiesto quattro rinvii a giudizio e l’udienza preliminare è prevista per settembre.

“Accuse contro ex brigatisti rossi: caso riaperto nonostante proscioglimento precedente”

‘accusa mossa agli ex appartenenti alle Brigate Rosse è legata alla morte dell’appuntato Giovanni d’Alfonso. Tra gli imputati figura Lauro Azzolini, nonostante sia già stato prosciolto in istruttoria nel 1987. Il caso nei suoi confronti è stato riaperto, anche se la vecchia sentenza non è stata recuperata e si presume che sia andata perduta ad Alessandria nel corso dell’alluvione del 1994.

Tuttavia, un giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torino ha stabilito il 17 luglio 2023 che non sussiste “un quadro gravemente indiziante” per i fatti di Cascina Spiotta contro l’ex brigatista Lauro Azzolini. Questa decisione respinge la richiesta di arresto inoltrata dai pubblici ministeri per la seconda volta. ‘ordinanza è stata inserita nella lunga memoria difensiva depositata dall’avvocato Davide Steccanella, difensore di Azzolini. Il legale sottolinea inoltre che l’ex Br, oggi 81enne, fu già prosciolto dalle accuse nel 1987 e che per un anno, fra il 2022 e il 2023, fu intercettato prima che il caso venisse formalmente riaperto da un giudice.

“Processo per un fatto di cinquant’anni fa: nessuna novità dalle carte del procedimento”

La richiesta di rinvio a giudizio inoltrata dalla Procura di Torino per la sparatoria del 1975 alla Cascina Spiotta è stata commentata dall’avvocato Vainer Burani, difensore del capo storico delle Brigate Rosse Renato Curcio. “È già abbastanza sconcertante che si celebri un’udienza preliminare per un fatto di cinquant’anni fa. Dalle stesse carte del procedimento, poi, non emerge nulla di nuovo rispetto a quanto è già emerso in passato,” ha dichiarato il legale.

Curcio, secondo il suo avvocato, ripeterà ciò che ha sempre detto: non ha partecipato all’organizzazione del sequestro dell’imprenditore Gancia, e ne è completamente estraneo, perché all’epoca, essendo evaso da poco, viveva nascosto. Nel corso del conflitto a fuoco persero la vita un carabiniere, Giovanni d’Alfonso, e la moglie di Curcio, Mara Cagol. Il procedimento giudiziario non riguarda la morte della donna.

‘udienza preliminare, prevista per settembre, sarà un momento cruciale per questo caso che si trascina da decenni. La richiesta di quattro rinvii a giudizio da parte della Procura di Torino potrebbe portare a nuovi sviluppi in questo procedimento giudiziario che riguarda uno dei periodi più bui della storia italiana. Tuttavia, come sottolineato dai difensori degli imputati, rimangono dubbi sulla solidità delle prove a disposizione e sulla necessità di celebrare un processo per fatti accaduti oltre mezzo secolo fa.

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