Il Consiglio Regionale del Veneto si sta impegnando attivamente per garantire un supporto concreto alle donne diagnosticate con tumore alle ovaie. In particolare, si pone l’accento sull’importanza di un percorso di cura multidisciplinare che abbraccia tutte le fasi della malattia, offrendo così una gestione complessiva del problema oncologico. Questa iniziativa è stata al centro del convegno “Tumore ovarico in Veneto: Cambiamo Rotta“, organizzato dall’Alleanza contro il tumore ovarico , dove professionisti della salute, istituzioni e pazienti si sono confrontati sulle strategie da attuare per migliorare la Quality of Life delle pazienti.
Sonia Brescacin, consigliere della Regione Veneto e presidente della V Commissione Politiche socio-sanitarie, ha sottolineato il ruolo cruciale dell’approccio multidisciplinare nella cura del tumore ovarico. Questa strategia prevede una collaborazione stretta tra diversi specialisti che operano in ambito oncologico, creando un sistema integrato che si occupa della donna in ogni fase della malattia. Dalla diagnosi all’intervento chirurgico e dal successivo follow-up alle terapie riabilitative, la paziente è seguita da un team di esperti che lavorano in sinergia per ottimizzare i trattamenti e ridurre i tempi di attesa per le cure necessarie.
Il coordinamento in ospedali hub, come quello di Treviso, permette di centralizzare tutte le operazioni di cura, facilitando l’accesso alle risorse mediche e ai servizi di supporto. Questo approccio non solo migliora i risultati clinici, ma garantisce anche un’assistenza umana e personalizzata per le donne, aspetto fondamentale in un contesto così delicato come quello del tumore ovarico. Grazie a questo modello, è possibile offrire una risposta più mirata e tempestiva, mirando a un recupero più rapido e completo da parte delle pazienti.
Brescacin ha anche evidenziato l’importanza del lavoro svolto dalle associazioni di pazienti, come ACTO Italia e ACTO Triveneto. Tali organizzazioni non solo offrono informazioni preziose riguardo la malattia, ma fungono anche da supporto emotivo e pratico per le donne che affrontano il tumore ovarico. La loro attività si rivela fondamentale per indirizzare le pazienti verso i percorsi di cura più efficaci, contribuendo a una maggiore consapevolezza all’interno della comunità.
Un fattore significativo evidenziato durante il convegno è il notevole miglioramento nella consapevolezza delle donne riguardo alla malattia. “Oggi il 70% delle donne con diagnosi di tumore ovarico è informato sulla sua condizione, rispetto al solo 30% di dieci anni fa,” ha dichiarato Brescacin. Questo cambiamento rappresenta un passo avanti fondamentale, poiché una diagnosi precoce e una maggiore consapevolezza possono significare un accesso migliore alle terapie e una gestione più efficace della malattia.
L’importanza della personalizzazione della cura è stata un altro tema centrale del convegno. Brescacin ha sottolineato come sia fondamentale integrare i test genetici nei processi diagnostici, specialmente per le donne che presentano una storia familiare di tumori eredo-familiari. Questi test permettono di identificare specifiche varianti genetiche che aumentano il rischio, garantendo così un accesso anticipato a misure preventive e terapie su misura.
In questo contesto, il sistema sanitario veneto punta non solo a migliorare l’assistenza alle pazienti già diagnosticate, ma anche a investire in programmi di prevenzione e educazione per ridurre l’incidenza del tumore ovarico nel lungo termine. La Regione sta pertanto sviluppando strategie per monitorare l’andamento della malattia e garantire che tutte le donne abbiano il supporto necessario per affrontare la sfida del tumore ovarico in modo informato e consapevole.
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