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Pronto Soccorso in Sovraccarico: 1 su 5 degli Accessi Impropri, Case di Comunità come Soluzione

“Accessi al Pronto Soccorso: Un’Analisi Approfondita”

Gli accessi al Pronto Soccorso hanno segnato un incremento del 6% rispetto al 2022, ma restano inferiori rispetto al 2019 quando si raggiunsero i 21 milioni totali. La prevalenza degli accessi è caratterizzata da codici triage bianchi e verdi . Circa 4 milioni sono gli accessi evitabili: si tratta generalmente di maschi in età lavorativa che presentano sintomi generici, o di bambini tra 0-14 anni. Per quanto riguarda il tempo necessario per raggiungere il Pronto Soccorso più vicino, l’arrivo avviene entro 30 minuti nel 94% dei casi e entro 45 minuti nel 99%. Tuttavia, resta una quota del 5,8% della popolazione che non è in grado di raggiungere le strutture di emergenza entro 30 minuti.

“Case di Comunità: Un’Alternativa Vantaggiosa”

Dalla rilevazione emerge che circa il 75% delle strutture di Pronto Soccorso registra un numero di accessi sotto gli standard. In particolare, nel 29% dei casi si individuano meno di 15.000 accessi annui. Questo, spiega Maria Pia Randazzo, responsabile Statistica e Flussi Informativi Agenas, “si può spiegare con il fatto che sul territorio ci sono spesso tanti punti per l’emergenza e questo frammenta molto l’offerta“. ‘afflusso maggiore si riscontra il lunedì dalle 8.00 alle 12.00. Sul totale degli accessi al Pronto Soccorso, i ricoveri sono solo il 12% . Una soluzione che potrebbe migliorare il quadro sta proprio nelle Case di Comunità per la gestione dei pazienti non in emergenza, previste anche nel PNRR proprio per incentivare l’assistenza territoriale contro l’ingolfamento di ospedali e Pronto Soccorso.

“‘Esperienza Pilota dell’Emilia Romagna”

Laddove sono presenti, afferma Randazzo, “il quadro migliora notevolmente con una riduzione di accessi impropri al Pronto Soccorso.” Un esempio arriva dall’Abruzzo: “Ci sono ospedali con molti accessi impropri, ad esempio a Sulmona con il 34%, ma con le Case della Comunità si registra una riduzione fino ad arrivare al 10% di accessi impropri. Sul territorio sono presenti 40 Case della Comunità.” Dall’Emilia Romagna arriva poi una prima esperienza pilota che ha già portato a risultati positivi. Sul territorio, spiega Luca Baldino, direttore generale Salute e welfare della regione, “abbiamo attivato i Centri di assistenza urgenza Cau per i pazienti con problemi urgenti ma non gravi. Ad oggi sono attivi 33 Cau all’interno delle Case di Comunità, con personale medico e infermieristico. In 4 mesi, da dicembre 2023 a marzo 2024, abbiamo registrato 132mila accessi, per l’80% in età lavorativa con sintomi generici“. Proprio grazie ai Cau, afferma, “stiamo registrando un’importante riduzione degli accessi ai Pronto Soccorso; a Piacenza, ad esempio, la riduzione è del 30%“. ‘obiettivo finale, conclude Baldini, “è fare in modo che al Pronto Soccorso si arrivi solo in ambulanza, ovvero soltanto nei casi veramente gravi e che necessitano di un’assistenza di emergenza effettiva“.

Luisa Pizzardi

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