Ultimo aggiornamento il 19 Febbraio 2025 by Francesca Monti
Il dibattito politico in Italia si arricchisce di una nuova proposta di legge che mira a garantire la sicurezza pubblica attraverso controlli antidroga obbligatori per determinate categorie professionali. Saverio Romano, deputato e coordinatore del partito ‘Noi Moderati’, ha presentato un disegno di legge che, se approvato, potrebbe cambiare radicalmente le modalità di accertamento per magistrati, medici e dirigenti pubblici. La proposta, che sta già suscitando discussioni, si propone di affrontare un problema sempre più presente nella società contemporanea.
Dettagli della proposta di legge
La proposta di legge di Saverio Romano prevede l’obbligo di sottoporsi a test antidroga per una serie di professionisti che rivestono ruoli di responsabilità. In particolare, il disegno di legge si rivolge a magistrati, giudici, pubblici ministeri, medici e personale del Servizio sanitario nazionale, oltre ai dirigenti di altre pubbliche amministrazioni. Secondo Romano, è fondamentale “istituire l’accertamento obbligatorio antidroga nei confronti di coloro che, per la loro funzione, rivestono particolari responsabilità amministrative o che potrebbero mettere a rischio l’incolumità pubblica”. Questo approccio mira a tutelare l’interesse generale dei cittadini e a combattere un fenomeno che, secondo il politico, è dilagante.
La legge prevede che i soggetti coinvolti si sottopongano a test tossicologici semestrali. Tuttavia, la proposta presenta una distinzione importante: mentre per i magistrati e i medici l’accertamento è obbligatorio, per i politici, inclusi parlamentari e consiglieri a vari livelli, non sarà così. Romano ha spiegato che l’obbligatorietà per i politici potrebbe sollevare problemi di costituzionalità, pertanto si prevede un sistema di accertamento non vincolante. Tuttavia, chi rifiuta di sottoporsi al test sarà soggetto a pubblicazione della propria scelta, simile a quanto avviene per i risultati degli accertamenti.
Implicazioni per i politici
La proposta di legge ha suscitato un acceso dibattito riguardo alle implicazioni per i politici. Saverio Romano ha sottolineato che, sebbene non si possa rendere obbligatorio il test per i rappresentanti eletti, esiste comunque un rischio di decadenza dall’incarico per coloro che risultassero recidivi. In tal senso, la legge stabilisce che chi dovesse risultare positivo ai test avrà l’obbligo di intraprendere un percorso terapeutico, accompagnato dalla sospensione dall’incarico. In caso di recidiva, si prevede la decadenza dall’incarico stesso.
Romano ha espresso la speranza che ci sia un consenso bipartisan sulla legge, dichiarando la disponibilità a modifiche per trovare un equilibrio che tuteli sia la salute pubblica che i diritti dei politici. “Ritengo che anche il lavoro del parlamentare rientri tra quelli di ‘particolare responsabilità'”, ha affermato, evidenziando l’importanza di un approccio che garantisca la sicurezza senza compromettere i diritti democratici. La proposta, quindi, si configura come un tentativo di affrontare un tema delicato, cercando di bilanciare le necessità di sicurezza e responsabilità.