Protesta con 200 persone cantano Bella ciao davanti alla sede Rai Genova - avvisatore.it
Oltre 200 persone si sono radunate davanti alla sede della Rai a Genova per protestare contro la censura televisiva del genocidio dei palestinesi da parte di Israele. La manifestazione è stata organizzata dai movimenti Osa e Cambiare rotta, che hanno esposto uno striscione con la scritta “Rai complice del genocidio, stop propaganda di guerra”. Durante il presidio, i manifestanti hanno intonato il canto partigiano “Bella ciao”.
Solidarietà da parte di studenti, attivisti e giornalisti liguri
Alla protesta hanno partecipato numerosi studenti, attivisti e anche alcuni giornalisti liguri della sede regionale della Rai, che hanno deciso di scendere dalla redazione per esprimere la propria solidarietà ai manifestanti. L’ingresso della sede è stato vigilato da un cordone di poliziotti, mentre i manifestanti hanno chiesto se fosse possibile leggere un loro comunicato durante l’edizione del telegiornale.
La richiesta di una voce per la verità
I manifestanti hanno espresso la loro indignazione per la censura televisiva del genocidio palestinese e hanno chiesto che la Rai dia spazio alla voce della verità. Come ha dichiarato uno dei partecipanti alla protesta: “È inaccettabile che la televisione pubblica ignori un evento così grave come il genocidio dei palestinesi. La Rai ha il dovere di informare in modo imparziale e non può essere complice di una propaganda di guerra“.
La protesta di Genova è solo una delle tante manifestazioni che si stanno svolgendo in Italia e in tutto il mondo per denunciare la censura mediatica e chiedere una copertura giornalistica equilibrata del conflitto in corso in Medio Oriente. I manifestanti sperano che le loro voci vengano ascoltate e che la Rai si impegni a fornire una copertura obiettiva e completa dei fatti, senza cedere a pressioni politiche o interessi economici.
La libertà di informazione è un diritto fondamentale e la società civile ha il compito di vigilare affinché questo diritto venga rispettato. La protesta di Genova è un segnale forte che dimostra come sempre più persone si stiano mobilitando per difendere la verità e la giustizia. Spetta ora alla Rai rispondere a questa richiesta di trasparenza e garantire una copertura giornalistica imparziale e responsabile del conflitto in corso in Medio Oriente.
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