Protesta trattori: terza notte a Cagliari tra clacson e fumogeni - avvisatore.it
La lotta dei agricoltori e dei pastori sardi contro le politiche agricole dell’Unione Europea continua senza sosta. Per la terza notte consecutiva, gli agricoltori e i pastori si sono radunati davanti al varco Dogana del porto di Cagliari per manifestare il loro dissenso. Non c’è ancora una data precisa per la fine delle proteste, poiché i promotori della manifestazione intendono coordinarsi con i colleghi che lottano per le stesse cause in Italia e in Europa. L’obiettivo finale è quello di ottenere un incontro con i vertici delle istituzioni nazionali ed europee.
Durante la notte di protesta, i manifestanti hanno adottato una strategia diversa dal solito per attirare l’attenzione sulla loro causa. I trattori sono stati adornati con luci accese e i clacson sono stati suonati, creando un’atmosfera simile a quella di uno stadio. I fumogeni hanno illuminato il cielo, mentre i manifestanti hanno continuato a far sentire la loro voce. Non è mancato il tradizionale falò per riscaldarsi durante la notte. I manifestanti hanno trascorso la notte tra i trattori e i gazebo, pronti a continuare la loro lotta.
Ieri, gli agricoltori e i pastori hanno deciso di diversificare le loro strategie di protesta. Hanno effettuato un giro per le strade di Cagliari con i loro trattori, passando anche per Assemini, dove si è svolta un’amichevole tra il Cagliari e il Pirri. Al termine dell’allenamento, i manifestanti hanno avuto l’opportunità di incontrare il centrocampista rossoblù Nandez e di discutere con lui delle loro ragioni. L’obiettivo di questa iniziativa è coinvolgere la città e far conoscere le ragioni della loro battaglia, che è iniziata martedì con il presidio al porto.
Queste proteste notturne dei agricoltori e dei pastori sardi al porto di Cagliari dimostrano la loro determinazione nel continuare a lottare per le loro cause. Nonostante le difficoltà e l’incertezza sulla fine delle proteste, i manifestanti sono pronti a continuare la loro battaglia fino a quando non otterranno un incontro con i vertici delle istituzioni nazionali ed europee. La loro speranza è quella di far sentire la loro voce e di ottenere un cambiamento nelle politiche agricole dell’Unione Europea.
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