Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2024 by Redazione
Rabbit R1: il gadget tascabile che sfrutta l’intelligenza artificiale
No, Rabbit R1 non è uno smartphone. Ma un dispositivo tascabile che vuole aiutarci nei compiti di tutti i giorni utilizzando al meglio l’intelligenza artificiale. Come avere un amico aiutante e tuttologo in tasca. Si chiama R1, è prodotto dalla startup statunitense Rabbit ed è uno di quei gadget che – come spesso capita – si sono distinti nel mare magnum di prodotti e aggeggi più o meno futuribili in mostra al CES, la mega fiera di tecnologia in corso a Las Vegas. In sostanza si preme un pulsante e si chiede (quasi) qualsiasi cosa al dispositivo.
Un design innovativo e funzionale
Esteticamente sembra uno smartphone pieghevole, quelli di tipo «flip», ma ben chiuso. In realtà è un mattoncino rosso-arancio progettato insieme alla società svedese Teenage Engineering. Ha certo uno schermo touch da 2,88 pollici sul lato sinistro di una faccia e una rotella analogica di fianco. Sopra la rotella, fa capolino un piccolo comparto fotografico in grado di ruotare di 360 gradi, battezzato Rabbit Eye. Con quello ci si fanno tutte le foto e le videochiamate. Ma serve, anzi servirà soprattutto a fargli scoprire il mondo.
L’intelligenza artificiale al servizio delle nostre necessità
Il pulsante, si diceva. È collocato di lato e va tenuto premuto per dare dei comandi vocali a R1, che è un gadget stand alone visto che oltre alla connettività Wi-Fi può attivare una connessione dati con una Sim 4G Lte. Per il resto, il dispositivo non è in ascolto ma, appunto, si attiva solo quando si preme il bottone. L’idea è appunto quella di affidargli le incombenze più lunghe, complicate o noiose. Non può e non vuole evidentemente sostituire lo smartphone – sebbene Rabbit disponga ovviamente di microfono e altoparlanti integrati oltre a un processore MediaTek Helio P35, 4 GB di Ram e 128 GB di spazio di archiviazione – ma trasformarsi appunto in un fidato socio di commissioni digitali quotidiane: gli domandi un’auto a chiamata, una prenotazione al ristorante, l’acquisto di un biglietto o qualsiasi altra attività e Rabbit R1 – che non si accoppia allo smartphone né impiega alcuna app – ti fa da intermediario. Una volta concessogli l’accesso a una serie di piattaforme (Spotify, Amazon, Uber) tramite una pagina dedicata, poi ci penserà lui. Come fosse l’utente a svolgere quell’azione.
L’elemento ancora più interessante è appunto come sfrutta l’intelligenza artificiale: utilizzando un insieme di Llm, modelli linguistici di grandi dimensioni basati su ChatGPT, e di Lam, large action model sviluppati internamente, Rabbit impara dagli utenti non solo le necessità ma anche come interfacciarsi concretamente con le diverse piattaforme. E rispetto agli assistenti virtuali si lancia oltre – esattamente come fanno ChatGPT e altri chatbot – proponendoci soluzioni articolate a quesiti spesso complessi o modulari. La startup ha portato esempi come la creazione di itinerari di viaggio o la prenotazione di un biglietto considerando il proprio calendario e un budget comunicato al dispositivo. Delegandoli al «coniglio arancione».
«Quella di Rabbit è una delle direzioni che le startup più ambiziose possono imboccare per inventare nuove categorie di dispositivi integrando al meglio le potenzialità dell’intelligenza artificiale – commenta Gabriele Ferrieri, presidente di Angi, Associazione nazionale giovani innovatori, ed esperto di innovazione e startup – l’esempio di Rabbit dimostra che non serve necessariamente avere alle spalle i colossi ma che i modelli oggi disponibili possono trovare nuovi contenitori anche dal basso. R1 è uno di questi. Anche se non si propone come sostituto dello smartphone ci entra in ogni caso in competizione, e questa sarà la sfida più importante. Ma quello che dobbiamo tenere a mente è che siamo solo agli inizi di una nuova era in cui l’IA condurrà anche al profondo cambiamento dei dispositivi che utilizziamo ogni giorno, proprio dal punto di vista progettuale e del design».
Inutile dire che la vetrina del CES ha pagato: da 500 pezzi che volevano venderne gli sviluppatori di Rabbit R1 hanno rapidamente esaurito un primo ordine da 10mila e, nelle ore successive, anche un altro simile le cui consegne sono previste fra aprile e maggio. Sono aperti i pre-ordini per un altro stock da 10mila pezzi con consegne previste fra giugno e luglio. Ah: costa 199 dollari a cui aggiungere il costo di un piano di connessione dati. Ed è ordinabile anche dall’Italia.