Radja Nainggolan racconta il suo indimenticabile e controverso Capodanno 2018: le confessioni di un ex campione - Occhioche.it
Radja Nainggolan, ex calciatore di Roma e Inter, ha svelato alcuni rivelatori dettagli sul suo Capodanno 2018, un evento che ha segnato un punto di svolta nella sua carriera e nella sua vita personale. Oggi svincolato e a 36 anni, Nainggolan ha condiviso i suoi ricordi attraverso il podcast “Gurulandia”, rivelando una storia che mette in luce non solo la sua personalità, ma anche le dinamiche che circondano la vita di un atleta professionista.
Tradizionalmente, Radja Nainggolan ha sempre festeggiato il Capodanno tra amici e compagni di squadra, condividendo momenti di divertimento e convivialità in discoteca. Tuttavia, nel 2018, per la prima volta, il calciatore si trovò a trascorrere il nuovo anno a casa. “Quello è stato il mio primo Capodanno a casa ed è stato il peggiore di tutti,” ha raccontato Nainggolan. L’ex calciatore ha spiegato che quell’anno decise di restare in solitudine, una scelta che si rivelò inaspettatamente problematica.
Nella sua diretta su Instagram, che venne poi ripresa da numerosi media, Nainggolan condivise con i suoi follower un momento di confronto e riflessione. “La mattina dopo mi sono svegliato con 50mila chiamate,” ha aggiunto, sottolineando come il suo gesto casuale fosse diventato virale. Nonostante il terrore di aver danneggiato la propria immagine, Nainggolan ha affrontato la situazione con una certa leggerezza, rendendo l’episodio parte della sua storia personale.
Questa esperienza ha portato Nainggolan a riflettere sulla distinzione tra la sua vita da calciatore e quella di uomo. “La gente vede solo il calciatore e non l’uomo,” ha spiegato, chiarendo come sia difficile per i grandi sportivi mantenere un equilibrio tra la vita pubblica e quella privata. Nonostante gli eventi di quella notte, Nainggolan non sembra provare rimpianti per le sue scelte.
Nell’intervista, Nainggolan discute anche la sua carriera nelle due squadre, Roma e Inter, evidenziando come la sua forza fisica gli abbia permesso di condurre uno stile di vita che molti potrebbero considerare poco consono a un professionista del pallone. “Non tutti possono fare quello che facevo io, ma avevo il fisico che reggeva,” ha dichiarato, riferendosi alla sua capacità di mantenere alte performance atletiche nonostante uno stile di vita notturno.
Questo approccio alla vita sportiva, per Nainggolan, non è stato semplicemente una serie di eccessi, ma piuttosto la scelta consapevole di un uomo che si è sempre sentito libero di comportarsi come meglio credeva. “Io non potrei mai essere uno di quelli che sta solo in campo e a casa,” ha affermato, rimarcando l’importanza della sua identità al di là del calcio. La sua storia mette in evidenza il contrasto tra l’immagine professionale e quella umana che si cela dietro la figura del calciatore.
Nainggolan non cela il suo orgoglio nel riflettere sul suo percorso. Ha sempre voluto diventare calciatore e ci è riuscito, raggiungendo traguardi prestigiosi, e gioendo della sua umanità. “Ho diritti come uomo,” ha dichiarato, ribadendo la sua libertà di vivere appieno ogni aspetto della vita. L’ex calciatore, pur consapevole della sua notorietà, non si è mai lasciato condizionare dalle aspettative esterne, mantenendo uno stretto legame con le sue radici e il suo modo di essere.
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