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Raffaele Fitto, nuovo ministro e protagonista nei rapporti tra Italia e Ue: un ruolo cruciale

Raffaele Fitto, recentemente nominato ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr nel governo Meloni, si ritrova a gestire un compito fondamentale per il futuro dei rapporti dell’Italia con Bruxelles. Con un profondo legame con il Mezzogiorno e una carriera politica iniziata nei ranghi della Democrazia Cristiana, Fitto è chiamato a ricucire i fili tesi con la Commissione europea in un periodo di trasformazioni politiche e istituzionali.

i primi passi nella democrazia cristiana

Raffaele Fitto nasce a Maglie, in Puglia, il 28 agosto 1969. Cresciuto in un ambiente politico grazie al padre Salvatore Fitto, noto esponente della Democrazia Cristiana e presidente della Puglia, Raffaele inizia a muovere i suoi primi passi nella militanza politica nel 1988. Quello stesso anno segna un passaggio cruciale nella sua vita: appena diciannovenne, si unisce alla Democrazia Cristiana e viene eletto in Consiglio regionale nel 1990.

Nel 1994, Fitto consegue la laurea in giurisprudenza e, in seguito allo scioglimento della Dc, aderisce al Partito Popolare Italiano di Rocco Buttiglione, integrandosi nel neonato schieramento di Forza Italia, guidato da Silvio Berlusconi. È un periodo di grande crescita politica: nel 1995 viene riconfermato in Regione, dove riveste il ruolo di assessore e vicepresidente, consolidando la sua influenza nel panorama politico pugliese.

l’approdo da forza italia a fratelli d’italia

Dopo una breve esperienza come parlamentare europeo per Forza Italia nel 1999, dove rimane per un anno, Fitto si candida alla presidenza della Puglia nel 2000, diventando il più giovane presidente di Regione nella storia italiana. La sua seconda corsa alle Regionali del 2005 si conclude con una sconfitta di misura contro il candidato di Sinistra, Nichi Vendola.

Tornato a Roma, il giovane politico pugliese entra in Parlamento come deputato di Forza Italia e assume la carica di ministro per gli Affari regionali nel Governo Berlusconi IV. Nel 2014, Fitto torna all’Europarlamento, ma la rottura con Forza Italia avviene in seguito al controverso patto del Nazareno. Nel 2015 si concretizza il divorzio definitivo e, due anni dopo, dopo un tentativo di creare una nuova formazione, Direzione Italia, Fitto si unisce a Fratelli d’Italia in vista delle elezioni europee del 2019, venendo rieletto. Il percorso politico di Fitto lo porta a ricandidarsi come governatore della Puglia nel 2020, ma viene nuovamente battuto dal presidente uscente Michele Emiliano. Infine, dopo le elezioni politiche del 25 settembre 2023, diventa deputato di Fratelli d’Italia.

il pnrr e la necessità di revisione

Con l’assegnazione di un ruolo chiave nel governo Meloni, Fitto si trova nuovamente a dover affrontare la questione cruciale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza . Recentemente, in un’audizione presso le commissioni parlamentari, il ministro ha messo in evidenza la necessità di rivedere il piano, sottolineando che attualmente la spesa al Sud, ossia nel Mezzogiorno, non raggiunge il 40% delle risorse disponibili.

Fitto ha confermato i progressi del piano, con la spesa che è salita a 52,2 miliardi di euro, un incremento rispetto ai 51,3 miliardi registrati a metà luglio. Tuttavia, ha evidenziato la necessità di ulteriori valutazioni e cambiare strategia, sottolineando che una modifica della scadenza prevista per giugno 2026 non è attualmente una priorità, ma è un tema lecito da affrontare.

la sfida della zes e il ruolo strategico nel mediterraneo

Un altro punto cruciale della gestione di Fitto riguarda le Zone Economiche Speciali , per le quali ha già avviato un piano di revisione mirato a ottimizzare le procedure per le imprese. Il nuovo approccio prevede una semplificazione delle autorizzazioni, che ora verranno concesse con un’unica procedura, ampliando il territorio d’azione da otto Zes più piccole a un contesto molto più ampio.

Questo piano strategico si pone come obiettivo principale quello di inserire il Mezzogiorno nel contesto economico del Mediterraneo, rendendolo un hub centrale per l’attrazione di investimenti esteri. Fitto enfatizza come la semplificazione dei processi autorizzativi rappresenti un passo fondamentale per il rilancio economico del Sud, puntando a massimizzare i benefici per le imprese e per il tessuto economico locale.

In un periodo di sfide e opportunità, il lavoro di Raffaele Fitto, con radici profonde nella tradizione politica italiana e un sguardo rivolto al futuro, potrebbe avere un impatto significativo sull’evoluzione dei rapporti tra l’Italia e l’Unione Europea.

Giordana Bellante

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