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Regolamento UEFA: le nuove dinamiche della multiproprietà nei campionati europei

Le recenti modifiche ai format delle competizioni UEFA hanno sollevato interrogativi sulle dinamiche di multiproprietà tra i club. Le nuove regole, che eliminano le retrocessioni nella fase a gironi, conferiscono ai club la possibilità di competere simultaneamente senza rischiare di incrociarsi, una circostanza che si rivela vantaggiosa per le squadre con la stessa proprietà. Tuttavia, persistono delle complicazioni riguardanti la qualificazione e le competizioni nazionali.

Il nuovo format delle competizioni europee

Cambiamenti strutturali e le loro implicazioni

Negli ultimi anni, le competizioni calcistiche europee hanno subito significativi cambiamenti. In particolare, le nuove modalità di qualificazione per la Champions League e l’Europa League, unite alla scomparsa delle retrocessioni al termine della fase a gironi, hanno mutato profondamente il panorama del calcio europeo. Ora, le federazioni italiane e inglesi qualificano i club direttamente ai gironi di Champions, Europa League e Conference. Questo cambiamento ha aperto la strada a nuove opportunità per i club con multiproprietà.

Dopo la modifica , due squadre di proprietà comune, qualificate per competizioni diverse, non si affronteranno mai. Questa condizione offre a club come il Manchester City e il Girona la possibilità di competere simultaneamente in Champions senza conflitti. Tuttavia, la situazione si complica notevolmente se entrambi i club dovessero qualificarsi per la stessa competizione. In tal caso, il regolamento stabilisce che solo la squadra meglio piazzata al termine del campionato potrà partecipare. Se le posizioni nella classifica sono paragonabili, si considera il ranking UEFA, con l’Inghilterra attualmente avvantaggiata rispetto all’Italia.

Le controversie legate alla qualificazione

Il regolamento attuale, pur presentando vantaggi per le multiproprietà, presenta anche delle falle. Le squadre si qualificano non solo in base alla loro posizione finale in campionato, ma anche attraverso il successo nelle coppe nazionali. La UEFA ha reso chiaro che vincere la Champions o l’Europa League garantisce un’accesso diretto al torneo successivo, così come il successo nella Conference offre un pass per l’Europa League. Questa pluralità di criteri di qualificazione sta sollevando interrogativi su cosa possa avere un peso maggiore: una vittoria in coppa nazionale o un piazzamento in campionato? Le dinamiche tra club di diversi paesi, come Italia e Inghilterra, complicano ulteriormente la situazione, rendendo necessaria un’interpretazione chiara delle regole per i dirigenti sportivi.

Il caso di Girona e Manchester City

Multiproprietà e regolamenti UEFA

Un esempio emblematico delle opportunità e delle sfide delle multiproprietà è rappresentato dalla relazione tra il Girona e il Manchester City. Entrambi i club sono di proprietà del City Group, e la loro contestuale partecipazione alla Champions League ha sollevato questioni etiche e pratiche. Per conformarsi alle norme UEFA, il City Group ha istituito un “blind trust”, trasferendo le quote di Girona a un gestore indipendente. Questa mossa, pur essendo efficace per una stagione, pone problematiche nel mantenere l’efficacia economica e strategica della multiproprietà.

Infatti, il proprietario non ha alcun controllo diretto sul club spagnolo e non potrà operare sul mercato in maniera congiunta con il Manchester City, limitando notevolmente le sinergie tra le due entità. Le mancanze di cooperazione e scambi, nonché l’impossibilità di utilizzare connessioni nella scouting, possono dimostrarsi svantaggiose per un proprietario che investe risorse significative in entrambi i club.

Implicazioni future per i proprietari

Con il settore del calcio europeo in continua evoluzione e l’UEFA che lavora per chiarire le regole relative alla multiproprietà, è probabile che ci siano ulteriori modifiche nel prossimo futuro. I club, come quelli di proprietà degli Friedkin, sono avvisati riguardo alla necessità di navigare queste nuove normative in modo attento per evitare conflitti di interesse e garantire la sostenibilità delle proprie operazioni. La questione della multiproprietà rimane quindi un tema scottante nel contesto calcistico europeo, specie in relazione ai cambiamenti regolamentari in corso.

Giordana Bellante

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